Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film
Un minatore perde il posto di lavoro, viene derubato di tutti i suoi risparmi, conosce un’operaia divorziata e con prole, finisce in galera per un errore giudiziario, evade insieme al compagno di cella e fugge in Messico con la nuova famiglia che si è formato. Il Kaurismäki delle opere maggiori è già tutto in questa piccola epopea proletaria a cavallo fra melodramma ottocentesco e Chaplin, sulle peripezie di alcuni poveracci che affrontano il mondo con buffa imperturbabilità e ruvida cortesia. Nessun cedimento al patetismo, solo un tocco di fiabesco (l’evasione è resa possibile da una lima nascosta in una torta, e alla fine si riesce finalmente a chiudere la capote della Cadillac): non dimentichiamo che Ariel, nome della nave che conduce verso la libertà, è lo spirito benevolo della Tempesta shakespeariana. E il finale si concede di riscrivere Il porto delle nebbie (che, guarda caso, era ambientato a Le Havre...).
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