Licenziato dalla miniera dove era impiegato, Taisto Kasurinen si ritrova coinvolto in una serie di stravaganti eventi: derubato della liquidazione da alcuni malviventi, ne ferisce uno e finisce in carcere, dove sogna la fuga e un'esistenza migliore. Evaso con l'assassino Mikkonen, si mette in testa di imbarcarsi sulla nave Ariel, in partenza per il Messico...
Note
Capitolo della "trilogia dei perdenti" insieme a _Ombre in paradiso_ e _La fiammiferaia_ (ai quali si aggiunge, sorta di completamento, _Nuvole in viaggio_), un ulteriore esempio del cinema anarchico e "alla deriva" del regista finlandese, sempre con un occhio all'oceano e alle linee di fuga.
La miniera in cui lavora Taisto Kasurinen (Turo Pajala) chiude e lui di punto in bianco rimane senza lavoro. E' solo ed un amico in procinto di suicidarsi gli lascia qualche soldo e una vecchia Cadillac decappottabile con la quale scorazza in lungo e in largo senza una meta precisa. Fino a quando non incontra Irmeli (Susanna Haavisto), la donna di cui s'innamora, e non si imbatte nel compagno di… leggi tutto
Ariel non è il nome di un personaggio: bensì quello di una nave, la nave che porterà in Messico il fuggiasco Kasorinen, la sua amata ed il figlioletto, per 'lasciare indietro la tristezza e i tormenti', come recita la canzone sui titoli di coda. E' un'altra storia di perdenti, di colpevoli 'per casta', per nascita (Delitto e castigo aveva d'altronde già influenzato… leggi tutto
Quando si parla di cinema dal punto di vista commerciale, noto che qui in Italia si tende sempre a fare discorsi del tipo: "Com'è andata quest'anno la competizione fra i film USA ed i film italiani? Hanno…
In mezzo al fragore e alla stupidità di buona parte del Cinema attuale, tornare, ogni tanto, all'enorme bellezza di quello di Aki Kaurismaki, con i suoi silenzi, i suoi tempi, le sue facce, la sua vodka e il suo rock'n'roll, salva la vita e riporta tutto a casa. Gli anni ottanta vedono il grande regista finnico iniziare il suo percorso cinematografico così particolare, unico,…
Un minatore perde il posto di lavoro, viene derubato di tutti i suoi risparmi, conosce un’operaia divorziata e con prole, finisce in galera per un errore giudiziario, evade insieme al compagno di cella e fugge in Messico con la nuova famiglia che si è formato. Il Kaurismäki delle opere maggiori è già tutto in questa piccola epopea proletaria a cavallo fra melodramma ottocentesco e Chaplin,…
Estroso come tutto il cinema di Kaurismaki. Ariel giunge alla fine, una sorta di fata morgana in forma di nave che porterà (forse) il protagonista verso una terra promessa dopo una serie di surreali disavventure. Dal nord arriva spesso un modo filmico altro che, seppure in percentuale infinitesimale rispetto all'ondata a stelle e strisce, ci raggiunge piacevolmente lambendo le nostre sponde. Lo…
Il cinema del nostro appare come un luogo inospitale e freddo non solo per il meteo e la geografia, in realtà è secco come i climi privi di umidità privi di quei fronzoli che servono solo a indorarci la pillola a farci credere che la vita sia fatta solo di sovrastrutture di sociologismi e di romanticismi. L'operaio minerario che lascia la cava dismessa e che non riesce a chiudere la cappotta…
La miniera in cui lavora Taisto Kasurinen (Turo Pajala) chiude e lui di punto in bianco rimane senza lavoro. E' solo ed un amico in procinto di suicidarsi gli lascia qualche soldo e una vecchia Cadillac decappottabile con la quale scorazza in lungo e in largo senza una meta precisa. Fino a quando non incontra Irmeli (Susanna Haavisto), la donna di cui s'innamora, e non si imbatte nel compagno di…
Ariel non è il nome di un personaggio: bensì quello di una nave, la nave che porterà in Messico il fuggiasco Kasorinen, la sua amata ed il figlioletto, per 'lasciare indietro la tristezza e i tormenti', come recita la canzone sui titoli di coda. E' un'altra storia di perdenti, di colpevoli 'per casta', per nascita (Delitto e castigo aveva d'altronde già influenzato…
Non so se Enrico Ghezzi e Fuori orario siano stati già glorificati abbastanza in altre playlist.Secondo me è doveroso ringraziare un personaggio come Enrico Ghezzi e la sua tribù di Fuori…
Voto 6. Ineffabile il cinema radicale di Kaurismaki, con un suo improbabile realismo secco, i suoi dialoghi asciutti, così lontani dal comune ciarlare e indugiare de genere umano. C’è solo l’essenziale in questo film, che lascia la sua traccia. [09.09.2009]
Quella di Kaurismaki è una visione del mondo, della Finlandia e della società, partendo dai "bassifondi" sociali, dalle classi proletarie. L'atmosfera è come sempre per così dire ovattata e ciò si rispecchia sia nel tono che non è mai del tutto dramma né mai del tutto commedia, sia nella fotografia in cui i colori non assumono mai tonalità…
"La sfortuna penalizza gli audaci": sembra questa la pessimistica morale del film. La vita toglie ogni speranza di riscatto al giovane ex-minatore Taisto Kasurinen, sabotando ogni sua iniziativa, e costringendolo a fuggire sempre più lontano. Come per dire che, se l'"esistere" è qui e adesso, il "vivere" è riposto altrove, in un inarrivabile domani.
Una taglist dolente, che parla di disoccupazione, di lavoro che non c'è, di precariato. Temi duri, difficili, che di recente hanno attraversato il cinema italiano trasversalmente ai generi: dal documentario sino alla…
Esce Gran Torino, il film di Clint Eastwood, e ancora una volta riappare sullo schermo la vettura che fu (anche) di Starsky & Hutch. E mentre altrove sulla rete si divertono a elencare tutte le auto apparse nella…
Lieve ed abbagliante (sfila gli occhi alle persone banali che scrivono in privato -perché non hanno il coraggio di scriverlo in pubblico, forse- lettere inutili ed offensive. Urlante e muto, inizio di guasti, o eco…
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