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Una notte a New York

Regia di Christy Hall vedi scheda film

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La recensione su Una notte a New York

di alan smithee
4 stelle

locandina

Una notte a New York (2023): locandina

AL CINEMA

"-Tu non sei un relitto in fondo al mare... Nuoterai verso la superficie, verso i colori, e vedrai anche una balenottera.... -Lo spero tanto...grazie È stato un piacere

-Buona serata

-Anche a te..."

Una giovane bella programmatrice torna a tarda sera dall'Oklahoma nella New York in cui vive e lavora.

All'aeroporto JFK si dirige verso un taxi e sale, mentre il conducente le carica il piccolo bagaglio.

Dopo momenti di silenzio in cui la donna risponde via chat ad una persona che si rivela un suo amante, poco per volta l'autista si presenta ed i due iniziano a discorrere.

Il dialogo è agevolato da un improvviso ingorgo generato da un incidente più avanti, che blocca completamente la circolazione e costringe i due all'attesa.

 

Dakota Johnson

Una notte a New York (2023): Dakota Johnson

Sean Penn

Una notte a New York (2023): Sean Penn

L'una racconterà da dove torna e si confiderà sulla propria situazione sentimentale un po' confusa, l'altro, più maturo, dispenserà gratuitamente consigli e perle di saggezza. In realtà non proprio gratuitamente, e chi vedrà il film capirà il perché.

La sceneggiatrice del successo commerciale It ends with us, di Justin Baldoni con Blake Lively, Christy Hall, esordisce in regia con una propria sceneggiatura che vive di situazioni scontate e dialoghi che non riescono mai ad attecchire veramente, cosparsi di luoghi comuni sulla insoddisfazione latente ai giorni nostri e sulla confusione emotiva che regna e fa da padrone delle singole intimità.

 

Dakota Johnson

Una notte a New York (2023): Dakota Johnson

Sean Penn

Una notte a New York (2023): Sean Penn

Dakota Johnson è bella, quantunque pettinata piuttosto sciattamente, e portatrice di unghie multicolori probabilmente tra le più brutte e volgari dell'intera storia del cinema (ma sulla moda autolesionista, non meno di quella dei tacchi spropositati ad uso autolesionistico ma irrinunciabile della femmina moderna, dell'ungulato posticcio, appannaggio delle donne che contano e si autoflagellano in un'epoca ove il digitale regna come padrone incontrastato del consueto comunicare, bisognerebbe aprire un capitolo a parte che esula dal film).

Il mite Sean Penn invecchiando è diventato il sosia involontario (ed incosciente) del presentatore radiofonico e televisivo Nicola Savino e non pare mai credere veramente a ciò che pronuncia il suo mesto personaggio. Daddio, questo il titolo originale, è un film che non riesce a catturare, trattando in modo scialbo tematiche personali che non riescono a coinvolgere granché lo spettatore, almeno quello che qui scrive.

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