Il milionario Perrot, finto mecenate e nemico dell'arte, ospita alcuni artisti nella sua villa, con lo scopo segreto di seminare zizzania e di metterli uno contro l'altro. Un giorno incontra casualmente Françoise Leroi, giovane autrice del saggio letterario "Secrets" e la invita nella sua villa per stendere la sua autobiografia. La donna, già combattuta tra l'amore che prova per il pittore Richard e l'editore Marc, entra nel vivo della battaglia quando se li vede comparire davanti. Ma sarà Perrot ad avere la peggio...
Note
Si assiste ai tentativi un po' patetici del figlio di Buñuel di emulare il padre.
Il cognome c'è, manca tutto il resto. Juan Luis Bunuel nel 1974 è alla sua seconda regia con il film "la ragazza con gli stivali rossi". Il manierismo dell'opera è quasi scontato, il peso di un padre come Luis Bunuel non è poca cosa. Juan non ha uno stile suo, tutto è imitazione ed esasperazione della tecnica del padre; il surrealismo banalizzato non può più chiamarsi tale, il gratuito… leggi tutto
La classe non è acqua e non si trasferisce per travaso di padre in figlio, neanche utilizzando nei film gli stessi attori, come Catherine Deneuve (Bella di giorno, Tristana) e Fernando Rey (Viridiana, Il fascino discreto della borghesia, Quell'oscuro oggetto del desiderio), o lo sceneggiatore Jean-Claude Carrière. Il film del "figlio di" ne risulta inconsistente come un buco nell'acqua e…
Drammone psico-sentimentale sull'arte come creazione e come distruzione. Un film in cui qualcosa è azzeccato, ma più spesso le situazioni e i dialoghi sono un po' noiosamente artefatti - nemmeno la Deneuve talvolta sembra a suo agio. Sovrabbondanza di flashback e di proiezioni oniriche/fantastiche, anche qui non sempre efficacissime.
Il cognome c'è, manca tutto il resto. Juan Luis Bunuel nel 1974 è alla sua seconda regia con il film "la ragazza con gli stivali rossi". Il manierismo dell'opera è quasi scontato, il peso di un padre come Luis Bunuel non è poca cosa. Juan non ha uno stile suo, tutto è imitazione ed esasperazione della tecnica del padre; il surrealismo banalizzato non può più chiamarsi tale, il gratuito…
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