Al tempo degli Zar nel Caucaso un ufficiale passa dall'altra parte e si trasforma in un brigante a capo di contadini in rivolta contro i padroni latifondisti.
Note
Nel 1946 fu campione di incassi e a contenderlo c'era Lattuada con "Il bandito". Ma Freda gioca sul cinema popolare e si guadagna un seguito "La vendetta di Aquila Nera".
Tratto da un racconto di Puškin, il film di Freda è frizzante, movimentato ed energico. Il regista rivela una mano felice e disinvolta, costruisce una narrazione vibrante e senza sosta che trova il suo apice nella vertiginosa parte finale. Il cattivo G. Cervi, già con il regista nell'esordio "Don Cesare di Bazan", surclassa l'eroe R. Brazzi.
Remake di un film muto portato al successo da Rudy Valentino, ancora rimpianto nel '46. Riccardo Freda seppe interpretare i gusti del pubblico e questo "Aquila nera" fu campione d'incassi, battendo "Il bandito": meglio immergersi in un'avventura distante da noi che macerarsi anche al cinema nelle ferite ancora aperte da una guerra finita da poco.
AQUILA NERA (1946) ♣
(prima recensione)
Brazzi ha l'arduo compito di far dimenticare il Dubrowski di Valentino del ‘25. il film si giova pure d'un cattivo credibile (Harry Feist, il maggiore Friedman di "Roma città aperta"); l’altro è Cervi (difficile odiarlo...) nonchè di una Irasema Dilian allora in auge (già un buon… leggi tutto
Per sottrarsi alle vessazioni del principe Petrovic e vendicare l'uccisione di suo padre, Vladimiro Dubrovskij si traveste da eroe mascherato e guida la rivolta dei contadini.
Alla base di questo Aquila nera c'è il romanzo Dubrovskij di Aleksandr Puskin, pubblicato postumo e incompleto nel 1841; alla sceneggiatura lavora un buon team, composto da Riccardo Freda (il regista della… leggi tutto
Per sottrarsi alle vessazioni del principe Petrovic e vendicare l'uccisione di suo padre, Vladimiro Dubrovskij si traveste da eroe mascherato e guida la rivolta dei contadini.
Alla base di questo Aquila nera c'è il romanzo Dubrovskij di Aleksandr Puskin, pubblicato postumo e incompleto nel 1841; alla sceneggiatura lavora un buon team, composto da Riccardo Freda (il regista della…
AQUILA NERA (1946) ♣
(prima recensione)
Brazzi ha l'arduo compito di far dimenticare il Dubrowski di Valentino del ‘25. il film si giova pure d'un cattivo credibile (Harry Feist, il maggiore Friedman di "Roma città aperta"); l’altro è Cervi (difficile odiarlo...) nonchè di una Irasema Dilian allora in auge (già un buon…
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Commenti (2) vedi tutti
Tratto da un racconto di Puškin, il film di Freda è frizzante, movimentato ed energico. Il regista rivela una mano felice e disinvolta, costruisce una narrazione vibrante e senza sosta che trova il suo apice nella vertiginosa parte finale. Il cattivo G. Cervi, già con il regista nell'esordio "Don Cesare di Bazan", surclassa l'eroe R. Brazzi.
commento di degoffroRemake di un film muto portato al successo da Rudy Valentino, ancora rimpianto nel '46. Riccardo Freda seppe interpretare i gusti del pubblico e questo "Aquila nera" fu campione d'incassi, battendo "Il bandito": meglio immergersi in un'avventura distante da noi che macerarsi anche al cinema nelle ferite ancora aperte da una guerra finita da poco.
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