Regia di Jack Arnold vedi scheda film
Capolavoro di SCI-FI degli anni 50.Tratto dal romanzo "tre millimetri al giorno" di Richard Matheson
Scott Carey, mentre si trova sulla piccola barca del fratello,viene investito accidentalmente da una misteriosa nube radioattiva, alcuni mesi più tardi scopre con sgomento,che gli abiti gli stanno diventando sempre più larghi e che la sua statura è leggermente diminuita. Con il passare dei giorni, lo strano fenomeno diventa sempre più percepibile e incisivo, cominciano a verificarsi degli strani mutamenti sulla sua persona. Scott rimpicciolisce,al ritmo di 3 mm. al giorno,raggiungendo in breve tempo la statura di un bambino.La sua salute è,malgrado tutto, buona, gli stessi medici non riescono a trovare una spiegazione scientifica a questa "miniaturizzazione" Anche la personalità di Scott subisce ovviamente dei traumi,intanto perde il lavoro, le sue condizioni economiche diventano via via sempre più difficili e l’uomo, oltre a dover affrontare la "curiosa malattia" si trova a sopportare il senso di inadeguatezza di fronte ad un mondo, che diventa per lui sempre più grande e impervio. Il passaggio che riguarda l’incontro tra Carrey e Nanà, vera nana di un circo ambulante, è significativo ed illustra perfettamente l'orrore di Carrey, che perfino di fronte a lei si sente inferiore,perchè lui a differenza di Nanà che è stabile nella sua disabilità, continua a ridursi, a perdere dimensione, diventando sempre più piccolo, di dimensione lillipuziana. Ben presto Scott, si vede costretto ad abitare in una casa per le bambole, finendo addirittura col perdersi nella sua abitazione,che per lui è diventata un mondo gigantesco, pieno di trappole, insidie e pericoli mortali.Inseguito dal gatto di casa,mentre la moglie lo crede morto, l'uomo, finito dentro la cantina si ingegna per sopravvivere, combattendo contro un ragno.
Ispirato a "3 millimetri al giorno"romanzo capolavoro di Matheson,che ne curò anche la sceneggiatura, è uno dei migliori film di un regista a lungo sottovalutato dalla critica, ma da sempre considerato un maestro, dai seguaci del genere fanta-horror,è una splendido film spettacolare e mozzafiato,si tenga conto che è stato girato nel 1956,il regista fece un uso raffinatissimo e geniale della scenografia.
Caratterizzato da due grandi sequenze impressionanti e suggestive già citate,la fuga dal gatto di casa, deciso a predarlo, e la lotta per la sopravvivenza con il ragno, che Carrey ammette di non riuscire a odiare, perché come lui solo alla ricerca di cibo, è una profonda riflessione sulla coscienza umana,le sue pulsioni,le sue frustrazioni,le sue angoscie. La paura di essere ridotto a nulla, di scomparire,si coniuga con la necessità, per continuare a definirsi umani, di confrontarsi con l’infinito e con l’infinitesimale, di considerare tutto “vita”. accorgendosi di poter fare l'esperienza più grande che l'uomo abbia mai sperimentato.
Scott intuisce che per quanto piccolo fosse potuto diventare, non sarebbe mai scomparso, in un perpetuarsi infinito di dimensioni sempre più miscroscopiche, ma proprio per questo sempre più vaste,comprende che non si deve sentire inadeguato, in un mondo più grande di lui, poiché il mondo stesso è inserito in una vastità infinita. Così Scott riesce a dare un senso alla propria esistenza che per quanto piccola ha valore.
Grande e indimenticabile capolavoro
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