Regia di Jack Arnold vedi scheda film
Un uomo esposto ad una nube tossica inizia a restringersi. Mostrandosi inutili gli interventi medici, rimpicciolisce al punto di dover vivere in una "casa di bambole", finchè a causa di un incidente con il gatto di casa finisce in cantina, e lì si trova a dover ingaggiare una lotta per la sopravvivenza. Film di fantascienza con risvolti "metafisici", analizza nei dettagli i rapporti tra il protagonista che rimpicciolisce e l'ambiente circostante. Per quanto gli è possibile, tenta di rimanere inserito nel contesto della normalità. Le visite dai medici, il nascondersi alla curiosità della folla, l'atteggiamento di egoismo nei confronti della moglie, comprensiva e sofferente; il voler, fino alle ultime battute del film, rimanere legato alla propria precedente realtà. Nella rivelazione espressa dal breve monologo conclusivo, è raccolto però senso del film. Il protagonista accetta la sua condizione di costante restringimento quale opportunità per avvicinarsi all'Infinito. Gli si prospetta infatti la possibilità, in cambio di una costante lotta per la sopravvivenza, di entrare in contatto con nuovi ambienti, addirittura mondi, tanto piccoli da essere invisibili all'occhio umano. Ne è simbolo il superamento della rete che dalla cantina lo mette in contatto con il mondo esterno. Prima parte del film angosciante; seconda parte più avventurosa ed interessante - il protagonista si trova a dover fare uso di tutto il proprio ingegno per diventare il dominatore del nuovo ambiente nel quale è costretto. Prodotto notevole per le riflessioni filosofiche che introduce e stimola.
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