Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
Una raccolta di cinque episodi (Nino il fioraio; Bomba vale a dire, ballata beat di Vincenzo; Franco e Antonio gli scienziati; Qualcosa di Niki; Il ragazzo di Gigliola), eterogenei per durata e contenuto, che hanno, come denominatore comune, quell’emozione indefinibile che più di tutte è capace di turbare l’animo e farlo maturare: è quello sbigottimento ingenuo, misto ad un timore reverenziale, che proviamo di fronte alla scoperta di qualcosa di completamente nuovo e sconosciuto, che avvertiamo come infinitamente più grande di noi, e che pure, d’un tratto, ci ritroviamo accanto, come qualcosa che da noi è nato, e che quindi, per forza, subito ci invade e ci appartiene. Ermanno Olmi è riuscito nel difficilissimo intento di cogliere i stupori infantili nell’attimo fugace in cui sbocciano nelle passioni adolescenziali, facendosi profondi ed importanti, prima di cedere alla banalità e sfiorire nel disincanto. Le vicende narrate non hanno, di per sé, nulla di straordinario, se non fosse per quel decisivo istante di crescita che ciascuna di esse racchiude: è la presa di coscienza, a volte futile, altre volte esaltante, oppure amara, che ci vede soli ad interpretare il mondo, a dare un senso astratto e duraturo a ciò che ci circonda, e a ciò che decidiamo di fare o di non fare. Un'opera sensibilissima, che con testi e immagini scava nell'intimo dei personaggi, aprendo la strada alla riflessione esistenziale.
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