Tratto dai racconti "L'albergo" di Asaji e "La lubricità del serpente" di Akinari, un capolavoro della storia del cinema. Nel Giappone del XVI secolo, un contadino (Ozawa) e un vasaio (Mori) abbandonano il loro lavoro e le rispettive famiglie per andare incontro alla gloria. Mentre gli eserciti imperiali si scontrano, uno viene sedotto da una malefica e bellissima principessa, l'altro ambisce alla statura eroica del samurai. Quando torneranno a casa, tutte le illusioni cadranno.
Note
Film "mondo", onnicomprensivo della poetica di Mizoguchi: l'arte e la vita, il vero e la bellezza, la menzogna e l'apparenza. Sceneggiato da Matsutaro Kawaguchi e Yoshikata Yoda. Leone d'argento al Festival di Venezia, insieme a "I vitelloni" di Fellini.
Con una serie di magnifici long takes, Mizoguchi narra una commovente parabola sulla tragedia dell'ambizione divoratrice e sull'illusorietà di ogni fuga dalla realtà, coniugando splendidamente impietoso realismo e fantasia onirica.
Emoziona Mizogushi - re del cinema allo stato puro - fatto di delicati movimenti della cinepresa in splendide composizioni - a lungo contemplate - di ambienti e personaggi. Fatto di racconti sinceri sviscerati con rara finezza psicologica da attori assolutamente credibili.
Decisamente suggestiva la regia che prende ispirazione direttamente dal teatro Nô. Un’opera davvero memorabile zeppa di felici notazioni psicologiche e di interessanti soluzioni narrative, di ottimi scorci fotografici e di struggenti sequenze aeree e incorporee, che hanno una ammaliante levità sognante come di vita vissuta fuori dal tempo.
La guerra partorisce sogni, i sogni conducono alla follia e le follie le pagano soppattutto gli innocenti. E non crediate che nell'aldilà le cose vadano meglio!
Questo film può essere considerato ancora oggi, nonostante gli anni trascorsi e i sostanziali cambiamenti nel frattempo intervenuti persino nei ritmi e nelle definizioni del linguaggio cinematografico, uno dei capolavori assoluti della settima arte? Io credo proprio di sì. Il passare del tempo (cosi come accade anche al buon vino se è conservato in ottime botti), lo rende… leggi tutto
Sono un "boomer" e ho visto migliaia di film.
Sin da quando ero bambino.
Tuttavia, lo confesso, non ho mai avuto l'occasione e soprattutto la voglia, non essendo particolarmente interessato alle loro…
I racconti della pallida di agosto (Ugetsu monogatari) è stato girato nel 1953 e nonostante i suoi settant’anni rimane tuttora uno splendido film da vedere e rivedere. La trama, ispirata a racconti di M. Akinari e G. de Maupassant, si svolge dopo la metà del Cinquecento nei pressi del lago Biwa, durante le guerre intraprese da Nobunaga Oda per la conquista del potere, e…
Nel Giappone attorno alla fine del XVI secolo, incrociamo le vite del vasaio Genjurô e di suo cognato Tobei che, con le mogli Miyagi e Ohama vivono in un villaggio della regione di Omi. Nella città vicina costoro vendono le ceramiche di propria produzione.
Tobei sogna di diventare samurai, ma per far ciò ha bisogno di soldi, necessari per…
Il piccolo film è considerato un capolavoro della cinematografia mondiale (per alcuni “il” capolavoro), ma la ragione principale per cui l’ho cercato è data, oltre che dalla curiosità cinefila, dal titolo suggestivo che evoca fantasie malinconiche e decadenti romanticismi crepuscolari.
Trama
Siamo nel Giappone del…
VOTO: 8,5 su 10
Lo sconvolgimento della violenza bellica irrompe nella vita di due modeste coppie nella campagna del Giappone del XVI secolo, lacerato da conflitti civili. Il vasaio Genjurô ha un figlio con la moglie Miyagi, la cui sorella Ohama è sposata con Tobei, aspirante samurai senza arte né parte. Il loro villaggio è travolto…
Il film "si svolge come un rotolo di dipinti”.
(Kenji Mizoguchi)
Ugetsu Monogatari permette allo spettatore di superare la soglia schermica, facendo sì che esso passi dal" ruolo" di osservatore a quello di visitatore, trasportandolo, quindi, al di là della nebbia, direttamente in un mondo-altro, tanto che, in realtà, sembra…
Sono sempre stato un appassionato del cinema “classico” soprattutto in bianconero ed ho deciso di compilare questo canone, raccogliendo succinte informazioni e notizie qua e là, per rendere omaggio…
Tenendo conto dei titoli che sono stati votati da almeno 25 utenti, questi dovrebbero essere i film preferiti dagli iscritti a FILMTV.IT (se mi è sfuggito qualche titolo, vi invito a segnalarmelo)
Di troppo realismo si appassisce per poi morire, così solitamente molti registi avendo raggiunto il grado estremo di realismo nelle loro opere, decidono di spingere la loro ricerca artistica su territori metafisici, questo giovò a Rossellini con la trilogia della solitudine e sicuramente ha giovato alla grande anche a Kanji Mizoguchi, il quale dopo Vita di O-Haru Donna Galante…
Come sarebbe la Top-50 se ci fosse una soglia di accesso un po' più bassa di quella che c'è attualmente (diciamo 50 voti, anziché 75)? Che ne dite se proviamo ad appurarlo? Io ho finora…
Non c'è storia: l'onirismo magico e sospeso raggiunto da alcuni film orientali resta inimitabile e irritrovabile altrove. Essi soli riescono a calare episodi di pura malvagità umana come la guerra, l'omicidio, l'avidità, il tradimento in una dimensione incantata e fiabesca. Essi soli riescono a concepire un equilibrio perfetto tra racconto, ambientazioni storiche e…
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Commenti (10) vedi tutti
Con una serie di magnifici long takes, Mizoguchi narra una commovente parabola sulla tragedia dell'ambizione divoratrice e sull'illusorietà di ogni fuga dalla realtà, coniugando splendidamente impietoso realismo e fantasia onirica.
leggi la recensione completa di port crosEmoziona Mizogushi - re del cinema allo stato puro - fatto di delicati movimenti della cinepresa in splendide composizioni - a lungo contemplate - di ambienti e personaggi. Fatto di racconti sinceri sviscerati con rara finezza psicologica da attori assolutamente credibili.
commento di marco biStoria senza spazio e senza tempo.
leggi la recensione completa di giansnow89un gioiello da non perdere....in modo assoluto,vera poesia,vero cinema.
commento di ezioDecisamente suggestiva la regia che prende ispirazione direttamente dal teatro Nô. Un’opera davvero memorabile zeppa di felici notazioni psicologiche e di interessanti soluzioni narrative, di ottimi scorci fotografici e di struggenti sequenze aeree e incorporee, che hanno una ammaliante levità sognante come di vita vissuta fuori dal tempo.
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792La guerra partorisce sogni, i sogni conducono alla follia e le follie le pagano soppattutto gli innocenti. E non crediate che nell'aldilà le cose vadano meglio!
commento di michelVoto 7,5. [14.03.2010]
commento di PP9
commento di Max76Siamo di fronte a un capolavoro assoluto: cinema che diviene pura, elegante, raffinatissima poesia.
commento di tarkus869
commento di incallito