Regia di Giuseppe De Santis vedi scheda film
Nonostante gli evidenti sforzi per creare un prodotto al passo con i tempi, nel 1972 il cinema di De Santis risultava ormai anacronistico: e così questo Apprezzato professionista rimane l'ultima sua pellicola, realizzata a soli 55 anni (il regista ne vivrà altri 25, fino al 1997). Che questo film cerchi di stare al passo con i tempi è chiaro perchè l'atmosfera morbosa - sesso, sangue e violenza - richiama quella in voga in quegli anni di crescita esponenziale del 'cinema di genere' (dal poliziottesco al thriller erotico), così come fin dal titolo (e dalla conseguente volontà di analisi sociale che nel film scaturisce) si intuiscono i richiami all'Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto girato da Elio Petri un paio d'anni prima. Ma in realtà, come si diceva, De Santis in tutto ciò stona e non riesce, fortunatamente, a conformarsi al basso livello di certi prodotti contemporanei (anche grazie a un buon cast, composto da Lino Capolicchio, Femi Benussi, Nino Vingelli, Riccardo Cucciolla, Andrea Checchi, Yvonne Sanson, Ivo Garrani), ma neppure a offrire uno spunto sincero e originale di riflessione sulla materia (intrighi di potere) e sull'ambiente (borghesia medio-alta) trattati. In definitiva, un film con discrete ambizioni che si accontenta di molto meno: basti pensare, in questo senso, alle frequenti scene di nudo, totalmente inutili nel peso complessivo della storia. Sceneggiatura di Giorgio Salvioni (da un soggetto da lui scritto insieme al regista); musiche di Maurizio Vandelli (il cantante dell'Equipe 84) che non sfigurano. 5/10.
Avvocato in carriera, impegnato anche in politica, si è sposato per interesse economico e si è poi scoperto impotente. Convince un amico prete a renderlo padre, ma l'amico si fa prendere la mano e intreccia una vera relazione con la moglie dell'avvocato. Che a quel punto reagisce con violenza.
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