Regia di Carlo Di Palma vedi scheda film
un misterioso motociclista si aggira per le vie sterrate di un nuovo complesso abitativo in costruzione fino a quando arriva in una remota lavanderia e tira fuori un pacchetto. la lavandaia avverte che ci vorrà mezz'ora. comincia così questo strano film "sulla strada" dove una splendida monica vitti in strizzata in cuoio nero, preleva un'altrettanto splendida claudia cardinale sprizzante sensualità prima nel grambiule bianco perennemente bagnato per il lavoro che fa e poi nel suo bell'abitino a fiori e maxi maglione di lana. libera per il mondo da un marito che sfoglia giornaletti osè e quando ne ha voglia le mette le mani addosso, e chi non vorrebbe spiccare il volo? solo che la donna sale sul trenino locale e il controllore le chiede se può andare bene altamura, come prima meta per pagare il biglietto. le strade delle due donne si riallacciano ben presto e comincia un viaggio verso nord dove la vitti in black leather ha un appuntamento con "the man i love". uomo che a suo dire è in estremo pericolo e che solo lei è in grado di salvare arrivando alle 15.30 in punto, in un non ben identificato centro del nord italia. la vitti ostenta esperienze avventurose, che sembrano solo millantate quando poi teme i rumori della notte, dovendosi accampare sotto un albero o trema come una foglia quando la cardinale invece con maestria apre la serratura di una 131fiat con una forcina. ma che importa, claudia è solo felice di essere fuggita da quella prigionia umida e da quel marito lascivo e brutto come uno scarafaggio. il film di di palma, alberti e pagani è in perenne bilico di rappresentazione oratoriale, ma se si mantiene sempre sulla soglia della commedia divertente lo si deve senza dubbio alle due divine più affiatate di quello che si poteva pensare e poi a come il film infine è scritto. bello il siparietto partenopeo, dove la cardinale si esibisce in una scazzottata alla bud spencer e terence hill, come non male è l'episodio che vede le due interagire con un bambino spuntato dal nulla sulla 131fiat. quando ci rendiamo conto dove comincia l'avventura mentale della vitti, e da dove vengono tutti i suoi aneddoti, non ci assale la tristezza tipica che la miglior commedia italiana sapeva instillare nei suoi esemplari migliore perchè sappiamo che la cardinale interverrà senza se e senza ma, per trarre in salvo quell'anima smarrita e confusa semplicemente rincasata in tempo dalle ferie fatte in moto. un film strano, insolito per il cinema italiano di quegli anni a tratti metacinematografico. non male.
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