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L'invitto. Aparajito

Regia di Satyajit Ray vedi scheda film

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La recensione su L'invitto. Aparajito

di alan smithee
10 stelle

FESTA DEL CINEMA DI ROMA 15 - RETROSPETTIVA SATYAJIT RAY Ritroviamo Apu ormai ragazzo responsabile, trasferitosi con la famiglia, ovvero i soli due genitori a seguito della morte della anziana zia Indir e della sorellina, portata via dalla febbre a seguito della tempesta monsonica che costrinse la famiglia a migrare in altro luogo.

Quando anche il padre del ragazzo improvvisamente muore, senza peraltro essere riuscito a mettere in sicurezza il destino dei propri cari, Apu comprende che deve partire per Calcutta ove intendecstudiare e trovarsi una occupazione, magari come lettore di salmi religiosi al pari del genitore.

Ma il ragazzo, così preso dal suo tentativo spasmodico di riuscire a migliorarsi e a vivere in condizioni più agiate, si distrae dall'interessarsi della melanconica madre che, sola in quella casa povera ed umida, si ammala fino a morire.

Apu non riuscirà ad arrivare in tempo per darle l'ultimo saluto, circostanza che segnerà per sempre il futuro del ragazzo. Episodio centrale della ammirata trilogia Apu, tratta interamente dal romanzo Pather Panchali di Bibhutibhushan Bandopadhyay, si rivela un sofferto coming of age in cui la maturazione di una personalità già sensibile come quella del ragazzino Apu, è incalzata dalla drammaticità del mondo che lo attanaglia a sé, minacciandolo di relegarlo in quella condizione senza uscita, nonostante la buona volontà, la predisposizione al sacrificio e la brillantezza intellettiva che caratterizzano il giovane protagonista.

Azzeccata la scelta del minuto protagonista, su cui Ray si sofferma con splendidi primi piani, cui fa da sfondo una realtà urbana che, fotografata in uno smagliante bianco e nero, diventa lo specchio sincero e per nulla edulcorato di una società di sfruttati senza opzioni reali e concrete per migliorare, nonostante la predisposizione ed il sacrificio riposti senza risparmio di energie, tanto da giustificare pienamente il titolo italiano, L'invitto, chiaramente riferito alla tenacia del giovane, intraprendente protagonista.

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