Regia di Glauber Rocha vedi scheda film
Antonio das Mortes è un ottimo film di quel pazzoide che fu Glauber Rocha, uno degli alfieri del cinema nôvo brasiliano che si fece largo tra gli anni sessanta e settanta. Al di là delle istanze sociali alla base del film (e del resto Rocha era un protestante marxista affascinato dal rituale cattolico), si assiste ad uno spettacolo coloratissimo, «una sorta di sacra rappresentazione di timbro surreale» (Grazzini), di fronte alla quale si resta colpiti più dalla messinscena che dal messaggio che vi è sotteso. Nonostante ciò, e nonostante la vicinanza del film con l'esperienza della pop art e la sua vicinanza con una miriade di generi cinematografici (dal western al documentario etnografico, dal distacco brechtiano alle provocazioni alla Carmelo Bene, dal teatro giapponese fino al musical), non si devono trascurare i dialoghi e le canzoni che danno allo spettatore una chiave di lettura per questa colorata parabola. Io avrei mantenuto il titolo originale che in italiano sarebbe stato Il santo guerriero contro il drago della malvagità: e infatti nel finale si vede il tetro Antonio (simbolicamente coperto di un poncho nero) andare incontro, come un novello San Giorgio, al drago rappresentato da un'insegna della Shell.
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