Regia di Paul Bartel vedi scheda film
Un must see per tutti i patiti delle produzioni di Corman.
Prendete 100 grammi delle mitiche Wacky Races, 50 grammi di Sarabanda Wrestling (sì, quelle puntate trashissime dove l'Uomo Gatto è assediato da equivoci soggetti travestiti da animali, e che furono tagliate dopo 3 serate per eccesso di insulto all'intelletto umano, prima ancora che per patologico flop), mescolate con un pizzico di sana ultraviolenza, due dita di pomodoro-sangue in offerta al discount e qualche donnina nuda, e otterrete questo insperato capolavoro dei B-movie che è Death Race 2000. Film dannatamente assurdo, fracassonissimo, in cui è mirabilmente labile e inconoscibile il confine tra un'ironia crassa ma supergraffiante, e un analfabetismo cinematografico senza pari. Buffissime macchine che paiono l'emanazione live action delle Wacky Races si scontrano in una competizione dove l'obiettivo è far fuori più persone possibile, meglio se bambini, donne e anziani. Qualsiasi convenzione della società costituita è ribaltata, cari haters del politically correct: qui troverete il vostro nirvana. Il mondo, caduto in rovina e sull'orlo di una probabile prossima e meritata estinzione, è percorso da venti neonazisti e la violenza è l'instrumentum regni (e panem et circenses) con il quale un Presidente-Dio (quasi un imperatore romano) esercita il suo controllo sulle masse. Esasperazione declinata in versione B-movie di voyeurismi ben presenti nella storia (i giochi gladiatorii), e di voyeurismi futuri (oggi che non ci si sorprende più di nulla, sul web cosa appassiona di più, ahinoi, della morte in diretta?).
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