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Anni difficili

Regia di Luigi Zampa vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Anni difficili

di sasso67
8 stelle

Zampa è un regista che mi è sempre piaciuto, anche se non sempre mi aveva convinto pienamente. Anni difficili è il suo film migliore e costituisce il ruolo della vita per il bravo Umberto Spadaro.

È una carrellata sull'Italia fascista e un'interpretazione del fascismo e del trasformismo che allignano negli Italiani: furono molti coloro che abbracciarono le idee del duce e sostennero entusiasticamente il suo regime, ma molti furono anche i cittadini perbene cui il fascismo non piaceva e che non si sentivano intimamente fascisti, ma che per paura, per quieto vivere (l'anno prima, Zampa aveva diretto Vivere in pace), perché tenevano famiglia, non si esposero, non si opposero, si limitarono ad osservare gli eventi, convinti, come il povero Giovanni fino al momento stesso dell'annuncio dell'entrata in guerra, che il duce avrebbe tenuto un comportamento prudente, perché «non è un minchione». E sono proprio quelli come Giovanni - per dirla con Pasolini, la meglio gioventù - a pagare il prezzo più alto della follia fascista: come riconoscerà alla fine lo stesso Aldo, «abbiamo avuto paura di andare in galera e abbiamo mandato i nostri figli a morire».

Ma non sarà finita qui, perché in un'Italia dove, fin dai suoi albori, tutto cambia perché niente cambi, i ruoli di comando saranno rivestiti dagli stessi che pochi mesi prima davano ordini vestiti d'orbace e calzando il fez. Ci saranno pochi capri espiatori e, tra questi, parecchi di coloro che avevano aderito al fascismo per mantenere la famiglia. Addirittura, il protagonista Aldo Piscitello, che per tenersi il lavoro d'impiegato comunale era stato obbligato a prendere la tessera più o meno ai tempi della guerra d'Etiopia, risulterà essere stato uno squadrista ante marcia. Quando il film si chiude, su questa nota amarissima (ma nel suo svolgimento non mancano momenti di divertente satira), si spera che l'agente italoamericano, cui Aldo ha persino dato le chiavi della propria casa, possa testimoniare in suo favore, per riportare un po' di verità.

Molto coraggiosa la sceneggiatura ispirata al testo di Brancati, che non si tira indietro neppure quando c'è da usare un linguaggio tra i più crudi che il cinema dell'epoca si potesse permettere.

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