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Estranei

Regia di Andrew Haigh vedi scheda film

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Gangs 87

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La recensione su Estranei

di Gangs 87
6 stelle

Londra, una notte in un palazzo semivuoto scatta l’allarme antincendio. È così che si incontrano per la prima volta Adam, sceneggiatore e scrittore e Harry, misterioso vicino di casa. Mentre i due si conoscono meglio, Adam torna alla sua casa d'infanzia. Lì vivono i suoi genitori creduti morti e cosa ancora più strana sembrano avere la stessa età del giorno in cui sono scomparsi, più di trent'anni prima.

 

Quanto può resistere un dolore? Quanto un lutto può perdurare nell’animo umano? Anni, decenni, per sempre. Lo sa bene Adam che conduce una vita monotona e grigia, mentre tenta di scrivere il testo della vita. Sembra essere in una fase di stallo quando incontra Harry sfacciatamente disinvolto, l’uomo lo corteggia senza mezzi termini, dando corpo a desideri tenuti celati, e forse neanche troppo.

 

La pellicola di Andrew Haigh parte come la più classica delle commedie romantiche ma sfocia ben presto in un thriller dalle tinte a tratti horror che riempie l’aria visiva di una tensione palpabile. Si fa presto a mettere in dubbio tutto. Ogni cosa che Adam pensa o fa, ogni luogo che visita, ogni persona che incontra, viene messa in discussione dall’attimo in cui lo vediamo interagire con i genitori che credeva defunti trent’anni fa.

 

Man mano che il racconto prosegue diventa a tratti sempre più assurdo ed è solo quando si arriva quasi alla fine che ci si accorge che Haigh ha voluto raccontare la storia di un amore, di quelli rari e salvifici. Di quelli che hanno la capacità e il potere di rimetterti in pace con il mondo.

 

Proviamo ad interpretare quel palazzo vuoto come l’anima del protagonista che prima di incontrare Harry aveva precluso il suo coinvolgimento sentimentale a chiunque. Un simbolismo che solo quando arriviamo al finale, solo in parte inaspettato, diventa (forse) ben chiaro.

 

Come la migliore delle opere, la pellicola di Andrew Haigh gioca moltissimo con l’interpretazione personale. Chiunque guardi il suo ultimo lavoro può trarne le conclusioni che vuole in base alle proprie esperienze personali ed emozionali. Mostra senza mai effettivamente dire, conducendo lo spettatore in un viaggio nella mente e nel cuore di Adam che non può lasciare indifferenti.

 

Anche quel titolo originale All of Us StrangersTutti noi sconosciuti, apre ad una visione interpretativa profonda e ampia. Personalmente ho pensato ad Adam come ad un fantasma che fa visita, appena approdato nel mondo parallelo, o aldilà che dir si voglia, ai genitori che da molto tempo (comprensibilmente) non vedeva. Per consentire alla sua anima una riappacificazione da troppo tempo rimandata. Laddove Harry può essere interpretato come il più moderno e sexy Caronte che la storia ricordi.

 

Quel finale super romantico (ai limiti del melenso) con The power of Love dei Frankie Goes To Hollywood sparata a tutto volume mentre, come direbbe qualcuno, le stelle stanno a guardare (e non solo) ha emozionato anche me che mi ritengo non del tutto convinta della messa in scena che invece sembra aver entusiasmato i più.

 

I continui e spesso confusi salti temporali, l’estremo non detto, la volontà di lasciare la massima e libera, totale, interpretazione allo spettatore in certi momenti si trasforma in un’arma a doppio taglio che tende ad infastidire a chi invece preferisce una trama lineare e “composta”; ammetto che potrei essere io a non aver visto questa pellicola con la giusta predisposizione. Forse gli concederò un’altra possibilità, o forse no.

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