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The Beekeeper

Regia di David Ayer vedi scheda film

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Ted_Bundy1979

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La recensione su The Beekeeper

di Ted_Bundy1979
5 stelle

Non guardando al cinema sotto forse la lente deformante del "marxismo", non vedo la "destrosità" di questo che non è altro che un prodotto di intrattenimento senza pretese nè granchè "messaggi" da poter prendere con seriosa partecipazione, nè tantomeno alcun abominio o ripugnanza, anche perchè pur meglio 100 "filmacci" grezzi e sanamente "ignoranti" come questi, che uno solo "intellettuale" e "acculturato" dei vari nazionali e internazionali, Sorrentino o Guadagnino. Sarebbe anche molto ben realizzato fino ad almeno la prima mezz'ora, e centrato nel cogliere adesso come malvagi di turno su cui fare riversare l'Ira implacabile di Dio dell'indistruttibile(probabilmente troppo) "Terminator" protagonista impersonato da Statham, gli abietti truffatori di internet, che con i click sui mouse dettati dalle azioni di ingaggiati hacker in un call center, possono in pochi secondi nella peggiore delle ipotesi rubare, prosciugare, i risparmi di una vita ad una pensionata. 

Mal gliene incoglie che i colletti bianchi azzimati dei call center dietro a cui si cela una organizzazione criminale e inafferrabile, impunibile dalla legge federale, con addentellati nella politica alle più alte sfere, vadano a colpire i risparmi e un fondo scolastico di 2 milioni di dollari, della amica e mentore di Statham, apicoltore e produttore di miele nella sua proprietà. Dopo che ella si suiciderà vedendosi privata fino all'ultimo centesimo anche nel fondo scolastico della sua associazione per ragazzi e studenti svantaggiati, Statham, che in realtà è una specie di superuomo indistruttibile e inarrestabile, dimmissionatosi da una cerchia ristrettissima(un pò ridicolmente "i beekeper,"ovvero apicoltori) di super "liquidatori" in operazioni sporche passate del Governo, si metta subito alla ricerca spasmodica e piazza pulita dei colpevoli, fino ai piani altissimi di chi vi sta dietro e non appare.

Tutto visto attraverso la metafora dell'equilibrio nell'"alveare" che il protagonista sempre cita, e che gli amorali e senza scrupoli criminali sempre mettono a repentaglio, come calabroni da eliminare nello stesso quando vi si infiltrano; il film di Ayer esperto nell'azione ma sempre troppo frettoloso e anonimo, oltre tutto con una fotografia esageratamente modernista e piatta, oltre che artefatta, e le concessioni agli stereotipi correnti dovuti religiosamente,come la solita poliziotta nera e supercazzutta(non è dato sapere se ha la "fidanzata" d'ordinanza), figlia della Rashad la pensionata che si è uccisa all'inizio, sarebbe come detto molto meglio e più distinguibile da altri titoli contemporanei, che non riescono quasi mai a creare vero coinvolgimento emotivo, e personaggi costruiti con più attenzione alle loro psicologie e alle motivazioni dell'agire. Statham bravo e professionale un campione con Scott Adkins di questo tipo di cinema di "serie B" del menare e delle pattate, entrambi britannici, ma potrebbe essere stato valorizzato ancora meglio dallo stesso Ayer.

Irons inevitabilmente invecchiato ma sempre in ottima forma, fa la sua parte di ex alto dirigente CIA adesso consulente e "consigliori" come avvocato vendutosi al ''male" con professionalità e consueta sobrietà, non evitando però un senso di "apparizione" serializzata e "alimentare", non certo garanzia di credibilità nel progetto, a cui ci ha abituati da tanti anni.

 

Ted_Bundy1979

 

 

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