Regia di Nikhil Nagesh Bhat vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
Un treno passeggeri diretto a Nuova Delhi si trasforma in un sanguinoso campo di battaglia fatto di brutali combattimenti ravvicinati, non appena due militari super addestrati si ribellano alla supremazia di un gruppo di banditi che ha assaltato il convoglio allo scopo di rapina.
I due soldati sono saliti sul convoglio per seguire l'innamorata del più bello tra i due, donna bella di ricca famiglia in realtà promessa ad un uomo di più alto rango per rispettare le inique ma inflessibili tradizioni locali, e finiranno per scontrarsi contro un esercito formato da 40 banditi spietati ed armati di coltelli e sciabole affilatissimi, utili ed essenziali a tenere in ostaggio i passeggeri dopo averli malmenati e derubati.
Kill, opera adrenalinica e scatenata del regista indiano in ascesa Nikhil Nagesh Bhat, celebra una vera e propria carneficina all'arma bianca ripresa agilmente e con destrezza tra gli angusti corridoi di un vecchio treno diretto verso Nuova Delhi, dove il "soldato innamorato" cerca di mettere in salvo la sua amata e la sua famiglia mentre sono di rientro dall'accennato fidanzamento. Protagonista assoluto della storia è un eroe bello, sexy, spietato, ma pure sensibile a seconda del soggetto con cui si deve confrontare.
Un tipo tosto che sa accettare quasi remissivamente il ruolo dell'amante clandestino, e sopportare la prospettiva che vede la sua amata darsi in sposa ad un suo pari casta.
Ma nel contempo un individuo che non sa porre freno alla propria sete di giustizia quando i malviventi cominciamo a mettere a repentaglio i suoi affetti più profondi.
Questi i tratti del personaggio di spicco, nonché dell'eroe interpretato dal divo indiano ventottenne in ascesa Laksh Lalwani.
Uomo spietato come un John Rambo partito per la tangente, ma anche essere umano innamorato, amareggiato, solo e motivato alla vendetta contro un esercito di banditi che cadono al suolo come birilli sbriciolati o fatti a fettine. Kill è uno splatter indiano ottuso e monocorde, in cui scorre sangue a fiumi, e si smembrano organi, lacerano carni con lame affilate, fracassano ossa e cartilagini con estintori e vari corpi contundenti coadiuvati da effetti sonori realistici che nulla lasciano all'immaginazione.
La mattanza diventa la fiera degli organi maciullati e stravolti, che scricchiolano con un effetto esagerato ma anche sorprendentemente inquietante lungo coreografie di violenza ad effetto assai mirabolanti e ben dirette.
Ripetitivo, ossessivo, completamente fine a se stesso, ma girato benissimo, Kill esalta il ricorso alla vendetta che si conclude con un duello finale tra il re dei buoni ed il leader dei cattivi: due personaggi quasi speculari che finiscono per assomigliarsi non solo fisicamente (il malvagio è l'attore e ballerino Raghav Juyal, affascinante quasi quanto l'eroe buono ma spietato coi cattivi, diventando quasi una sua versione malvagia e speculare), ma anche nell'esercizio ognuno del proprio piano entro quella che diventa la fiera della vendetta combattuta su un binario che pare senza destinazione.
Senza tregua, sempre uguale a se stesso, Kill è un action da "prendere o lasciare", amare od odiare, senza alcuna possibilità di compromessi o vie di mezzo.
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