Regia di Akira Kurosawa vedi scheda film
VOTO 8+ ESEMPLARE (Tv 24 Luglio 2011) Kurosawa simbolicamente divide questo film in due parti, due anime, la prima fino alla mezz'ora circa (più corta della seconda a causa di sciagurati tagli nella versione italiana) è un dramma claustrofobico, chiuso in una sola stanza, l'altra è un poliziesco serratissimo, dove il filo conduttore, il legante è Mifune, mattatore all'inizio, assente nel tratto centrale e infine illuminante e valorizzante nel gran finale. Intenti politici e drammatici si fondono così in un ritmo indiavolato, con personaggi che navigano in un Tohoscope in b/n (con un'unica licenza rossa improvvisa e rivelatrice) che sembra non avere confini. Lo spettatore nel frattempo è reso partecipe di tutti i livelli narrativi, tanto è vero che il criminale è mostrato a metà film, azzerando la suspense sull'identità ma aumentando la concentrazione sull'indagine, resa spettacolarmente dallo stile rigoroso del regista (il treno, i briefing in commissariato). Si guarda agli USA e al suo cinema, eppure l'ambientazione giapponese è portentosa, con i suoi locali malfamati, i quartieri dei drogati e altre locations ad effetto, raffigurate con un realismo decisamente disturbante. Inutile poi soffermarsi sulla maestria tecnica di Kurosawa, però come non citare la sequenza del pedinamento nella balera, con angoli multipli di ripresa e un uso dello spazio magnifico, un capolavoro di composizione scenica da imparare a memoria, non so perchè mi è venuto in mente la parte in discoteca di Miami Vice o quella di Collateral sempre di Mann, ma quarantanni dopo, un caso?
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