Il figlio di un autista viene rapito, ma è il frutto di un errore di persona. Il vero oggetto del desiderio per lo studente protagonista era il figlio di un industriale. Il commissario di polizia indaga in ricerca del rapitore e si addentrerà nei gironi di un inferno senza uscita.
Note
Il maestro giapponese Kurosawa ricorre a un romanzo noir americano per intraprendere un viaggio nel mondo del male e una riflessione sui destini umani.
Prodotto di un dopoguerra già ampiamente documentato (Una meravigliosa domenica, Cane randagio, L’angelo ubriaco, Bassifondi ) come sempre il cinema d’impegno sociale di Kurosawa guarda alla società partendo dall’individuo.
Tra noi e quanto presumiamo, tra noi e la nostra nozione del bene e del male, tra noi e quelli che non ci somigliano cala con fragore metallico un sipario di tenebra.
"Tengoku to jigoku" (Anatomia di un rapimento) film del 1963 del cineasta giapponese dove si mescolano ambienti diversi e contrapposti, ricchezza e povertà, alta opulenza e bassa miseria. Il titolo racchiude questo divario netto e preciso 'inferno e paradiso': un luogo senza speranza alcuna mentre altri vogliono investire montagne di soldi per avere la 'società' in pugno. Senza se… leggi tutto
Thriller cupissimo e metropolitano che ha in sè buona parte dei clichè del poliziesco americano (ed effettivamente è tratto da un romanzo statunitense) e che pertanto fuoriesce con decisione dalla produzione del regista nipponico. Ciononostante il ritmo è sempre tenuto alto, il torbido in cui affondano le indagini è ben reso dal bianco e nero denso della… leggi tutto
In questa incursione nel thriller, Kurosawa riesce a realizzare con maestria un film duro, tesisissimo, estrememante logico ed intelligente nella conduzione delle indagini di polizia. Ma il grande regista nipponico non si accontenta certo di realizzare un film puramente legato ad un intreccio poliziesco, come peraltro era praticamente avvenuto nella versione italiana "mutilata", che sacrificando…
Anatomia di un rapimento è una delle rare incursioni di Akira Kurosawa nel thriller, magari un genere che gli apparteneva meno ma che non gli ha impedito di realizzare un film strepitoso. Il maestro giapponese adatta un libro di Ed McBain e propone una pellicola che si può dividere sostanzialmente in due parti.
La prima, all’interno di una casa, si avvantaggia di un…
Due ore e mezzo che passano in un battito di ciglia. Il film può essere diviso in tre parti: la prima ambientata nella villa di Gondo, imprenditore calzaturiero, relativa ai primi momenti del rapimento del bambino sbagliato. L'obiettivo è infatti il figlio di Gondo, ma in realtà viene rapito erroneamente il figlio dell'autista di Goto.
Questa prima parte,…
Anatomia di un rapimento è un percorso che inizia dall'alto di una villa in collina e prosegue verso il basso. Una villa che troneggia su un quartiere degradato che assume un duplice significato: il sogno di di poter stare sopra quel trono in collina o la disperazione di non poterlo mai raggiungere, una sorta di provocazione per coloro che stanno in basso.
Si parte quindi dal dilemma di…
Io sono uno di quelli che va al cinema per vedere LO SPETTACOLO DELLA REALTA'.
Nel cinema ritengo che siano indicate tutte le variabili, quasi ci fossero tutte le frequenze che rappresentano uno spettro…
Noir drammatico di altissimo livello, un vero pugno nello stomaco e la cosa più stupefacente/aberrante è quanto possano essere attuali i temi trattati; atti criminali dovuti ad una condizione di vita che ci pone ad essere sempre vessati fino a trasformarci in vessatori e quindi rifiuti della società che essa stessa ci crea. Film da scoprire assolutamente soprattutto per un…
Buon film con l'impronta di stile di Kurosawa che assesta il colpo da maestro nella resa polare della sceneggiatura, caratteristica questa che conferisce alla pellicola alcuni connotati tipici del noir. L'inizio è claustrofobico, ci si trova chiusi tra quattro mura senza soluzioni di fuga ma poi la scena si porta fuori e viene totalmente stravolta, passando a scenari molto più distesi ed ampi;…
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Commenti (3) vedi tutti
Prodotto di un dopoguerra già ampiamente documentato (Una meravigliosa domenica, Cane randagio, L’angelo ubriaco, Bassifondi ) come sempre il cinema d’impegno sociale di Kurosawa guarda alla società partendo dall’individuo.
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commento di michelappassionante
commento di bocchan