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Gli amori di una bionda

Regia di Milos Forman vedi scheda film

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La recensione su Gli amori di una bionda

di Baliverna
8 stelle

Su questo film sono state dette anche cose complicate, cioè concetti abbastanza elaborati che certi critici vedono nell'opera. Non voglio dire che non ci siano, ma quello che vedo io è un ritratto molto realistico di come funzionano amoretti e amorazzi giovanili, delle tecniche per abbordare una ragazza, per "provarci", del rapporto tra giovani e adulti (e genitori), delle bugie che dicono i giovani per proteggere azioni meschine o nascondere umiliazioni ricevute. Dire che il film rappresenta fedelmente tutto ciò non è poco, perché è facile per un regista scivolare nel finto o nell'irrealistico. Anche i tre uomini sposati che provano ad agganciare le tre ragazze e i trucchetti che fanno queste sono proprio come si vede nella vita reale. Lo sono anche i genitori dell'ultima parte. La ragazza, è una perfetta carina e fragile, il ragazzo è il solito seduttore tutto promesse, adulazione e bugie. A tutto ciò hanno contribuito molto i bravi attori, che sanno sembrare naturali, con una recitazione a volte sottotono.
La politica mi pare che non compaia nel film, neanche di striscio. Si può dire che vi sia una visione abbastanza pessimistica della gioventù e dei rapporti tra generazioni. Gli adulti non capiscono i giovani, e questi non hanno un futuro confortante, non quanto a sbocchi lavorativi ma quanto a rapporti umani.
In generale è un film pacato, ma nel senso dell'acqua cheta che rovina i ponti; a guardarlo bene, è un'opera che ha le sue cose da dire, il suo disagio da esprimere, la sua verità da mostrare. Forse qualche passaggio è un po' tirato per le lunghe, come la sequenza ballo; sappiamo tuttavia quanto musica e ballo interessassero il giovane Forman, perché ne riempì le sue prime pellicole. Qualche tocco di umorismo ceco, cioè sottotono e comico proprio per questo, non guasta.
Aiuto regista è Ivan Passer; anche lui diresse qualche film in patria, ma presto la lasciò per gli Stati Uniti come lo stesso Forman.
Qualche parola sull'edizione italiana, curata da Maurizio Lucidi. Sono state fatte almeno due forzature: il titolo da commedia erotica, il divieto ai minori pretestuoso e con la funzione di attirare i maggiori, e una canzone di Caterina Caselli per sigla; bellissima sì, ma col film non c'entra niente, né come musica né come testo. E' come un pugno nell'... orecchio. Beh, dopo tutto è già tanto che il film sia arrivato in Italia e sia stato doppiato.

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