Regia di George Cukor vedi scheda film
Bella commedia girata da tre vecchi (Cukor, Hepburn, Olivier), eppure briosa e leggera. Farla quindi passare alle 4.30 del mattino - e solo per l'interessamento di E. Ghezzi - è semplicemente indegno per la Rai. Non sono quelle operazioni di riesumazione di vecchie glorie al solo scopo di attirare pubblico, ma un film con tutti i crismi del cinema, e si può dire anche umile, poiché fu girato per la tv. Il risultato comunque è lusinghiero: c'è commedia, bei dialoghi, momenti lirici, il tutto aiutato dalla dolce tema musicale della colonna sonora. A proposito: è uno di quei film che sono belli già a partire dall'ottima sigla, fatta dalla musica e da zoom su fotografie d'epoca. Il titolo è particolarmente indovinato, e rende bene la nascita dell'amore vero dopo una vita di errori, scelte sbagliate, sbandamenti, fallimenti, abbandoni. E' molto originale anche l'idea di far vincere la causa alla protagonista facendola passare per l'umiliazione. Il doppiaggio è tutto ben fatto, ma durante la visione mi è piaciuto particolarmente quello di Lawrence Olivier, e mi sono detto che assomigliava vagamente e chissà come alla voce di Woody Allen (doppiato da Oreste Lionello, attore mediocre ma eccellente doppiatore). E chi vedo nei titoli di coda? Alberto Lionello, presumibilmente il padre. I Lionello avevano il doppiaggio nel sangue, un po' come le sorelle Izzo.
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