Regia di Claudio Caligari vedi scheda film
Lungo le strade di una Roma desolata e il lungomare di Ostia, alcuni drogati sopravvivono ai margini della società, con l’unico obiettivo di trovare i soldi per la prossima pera.
Si tratta del primo lungometraggio del regista Claudio Caligari, uscito del 1983. Siamo nel periodo boom dell’eroina, un vero cancro sociale che divorò le vite di numerose persone, soprattutto giovani o giovanissimi, che finendo nella trappola della tossicodipendenza non riuscivano più a uscirne se non con la morte. Alla produzione artistica su questo fenomeno, film e libri spesso di estremo interesse, si aggiunge questa narrazione cruda e amara, condotta da Caligari utilizzando attori non professionisti davvero tossicodipendenti. Un mondo descritto in tutto il suo squallore: giovani trasandati, che vivono senza uno scopo, che si bucano ovunque - anche nel collo - si procurano soldi attraverso atti delinquenziali, facendo scempio di se stessi e del proprio corpo, solo per trovare un attimo di estasi perfetta, che si sconterà poi con infinita sofferenza. Giovani sensibili, che hanno iniziato a drogarsi per gioco senza sapere esattamente a cosa andavano incontro, che ora guardano il mare di Ostia ma lo vedono solo a tratti, solo quando hanno le vene piene di sostanze stupefacenti. Caligari descrive queste esistenze bruciate fornendo una diapositiva “documentaristica” incancellabile di quello che è stato (e continua ad essere in maniera spesso metamorfica in ambiti sociali e contesti diversi) l’universo malato e catastrofico delle droghe.
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