Regia di Claudio Caligari vedi scheda film
Il racconto della quotidianità di alcuni tossicodipendenti, tra Roma ed Ostia, ad inizio anni '80. Il film non ha una vera e propria trama, sebbene nella seconda parte il regista concentri l'attenzione sul destino della coppia formata da Michela e Cesare. Mette a nudo, però, le esistenze dei personaggi - interpretati da loro stessi, in quanto gli attori sono tossicodipendenti. Vite vuote, trascorse con l'unica prospettiva di iniettarsi veleno nelle vene; per raggiungere questo scopo - con piena consapevolezza che ciò li conduce alla rovina - i protagonisti ricorrono ad ogni mezzo : prostituzione, scippi, rapine, prestiti, etc.; il tutto tra indifferenza e complicità del resto della società, che sembra non fare nulla di concreto per limitare il fenomeno. Alcuni delinquenti, poi, cercano di sfruttare le disperate necessità dei tossicodipendenti per i propri fini. Il regista racconta questo contesto sociale utilizzando, come già scritto, veri "tossici". Queste persone mostrano capacità di ragionamento e comprensione della realtà, e sono in grado di effettuare scelte precise, tutte quante volte alla ricerca della droga; si esprimono in dialetto ed usano terminologie gergali, che testimoniano la loro provenienza dal livello più basso della società; nulla, però, ci è raccontato sulla storia personale dei personaggi. Il regista non ha remore nel mostrare dettagliatamente le fasi del "buco" con le premesse, con la spasmodica ricerca dei luoghi più tranquilli dove "farsi", e le conseguenze, il godere degli effetti dopo le iniezioni; l'accompagnamento sonoro conferisce vivacità alla narrazione, non tristezza o dolore; anche ciò è prova della volontà del regista di non voler dare un giudizio sul fenomeno, ma lasciare lo stesso allo spettatore, fornendogli però ogni elemento necessario per determinarlo. La conclusione, quasi improvvisa, è testimonianza del poco valore e dell'assenza di speranze che ha la vita di queste persone. Proprio dopo aver dimostrato di essere in grado di amare veramente, di provare emozioni che non sia l'esclusiva ricerca del "buco", Cesare rimane ucciso, quasi per caso, e non direttamente per colpa della droga. Il film ha fortissima valenza di denunzia sociale, solleva un velo sulle vite dei tossicodipendenti, astenendosi solo apparentemente dal giudizio, in realtà legandolo a doppio filo all'indifferente società che li circonda.
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