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Amore tossico

Regia di Claudio Caligari vedi scheda film

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La recensione su Amore tossico

di alan smithee
7 stelle

Primo dei tre film girati dal regista Claudio Caligari (scomparso quest'anno poco dopo le riprese del suo ultimo e celebrato "Non essere cattivo") nell'arco di oltre un trentennio, Amore Tossico parla soprattutto di disamore verso se stessi, del calvario senza uscita rappresentato dall'utilizzo di sostanze stupefacenti, e punta sul realismo di scene e situazioni, su un cast composto da ragazzi realmente succubi della tossicodipendenza, per raccontarci un vero e proprio incubo metropolitano senza via di salvezza o soluzione. 

Cesare, Enzo, Roberto detto Ciopper, Massimo, Capellone, Michela, Loredana, Debora e Teresa trascorrono con indolenza e rassegnazione la propria drammatica routine giornaliera tra la spiaggia di Ostia e i quartieri degradati della Roma del quartiere Centocelle:  giornate trascorse e vissute attraverso il consumo degli stupefacenti, i piccoli litigi, le rapine ed i furti commessi per procurarsi la dose quotidiana (ed i relativi guai con le forze dell'ordine e la giustizia, che li arrestano ma li rilasciano troppo presto per non farli ricadere nel baratro di una dipendenza compulsiva e senza via d'uscita) e la fioca speranza di poter cambiare vita e di disintossicarsi.

Il finale tragico è scritto già nel destino di ognuno di quelle vittime di una vita che non dà altro stimolo che un piacere forte ed appagante, seppur passeggero ed effimero, illusorio ed ingannevole, oltre che letale.

Tutto attorno a questi disperati, una fauna di vita di borgata che tramite loro e la loro inevitabile dipendenza, trova il modo per sostenersi e sostentare, se non talvolta la via per arricchirsi. 

Caligari non si preoccupa se alcuni personaggi risultano sopra le righe o a rischio di macchiettismo: loro, quei ragazzi, sono veri e reali, o lo sono stati quantomeno: consapevoli e fieri di recitare la parte di se stessi, rappresentano il problema e hanno nel sangue le sostanze letali vere che li portano allo sballo e a distruggersi il cervello e la salute, se non a morire prima e come bestie in convulsione per una overdose o a causa di una partita tagliata male.

A distanza di oltre trent'anni, Amore Tossico rimane un caposaldo di un'epoca e di una società che sceglie coscientemente di emarginarsi e di estraniarsi dalla vita vera, per trovare rifugio nell'ebbrezza appagante e mortale di una esperinza che altrimenti non potrebbe far parte del grigiore deprimente del quotidiano.

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