Regia di Claudio Caligari vedi scheda film
Tutti dicono che lo stile di questo film sia lontano anni luce da quello della maggior parte del cinema italiano dell'epoca. Non sono del tutto d'accordo. "L'imperatore di Roma" (altro caposaldo dell'effimero "nuovo neorealismo" italiano degli anni 80) vantava qualità registiche notevoli, con lo sguardo allucinato di Nico D'Alessandria che effettivamente ricordava in qualche modo Pasolini, per la capacità di trasfigurare il reale e portarlo ai limiti del visionario. "Amore Tossico", invece, non è dello stesso livello, perchè lo stile è sciatto e inoltre abbondano gli stilemi più corrivi del cinema dell'epoca (certi zoom, un certo modo di "mettere in scena"). Tuttavia, penso che sia stata una scelta consapevole, da parte di Caligari, per lasciare al centro dell'attenzione l'aspetto contenutistico, ossia la gravissima condizione degli eroinomani. E così, da questo contrasto fra una regia convenzionale e tematiche forti, nasce una sensazione di disagio, quasi di straniamento: è come se un classico drammetto passionale (come se ne sono sempre girati in Italia, sia per il cinema sia per la TV) sostituisse liceali/impiegati con tossici e, soprattutto, innocue serate in pizzeria o a limonare sulle panchine con buchi in vena e vagabondaggi...A me ha fatto questo effetto.
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