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Amore tossico

Regia di Claudio Caligari vedi scheda film

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La recensione su Amore tossico

di valerioexist
8 stelle

"do’ sa’a annamo a spertusà ‘a venazza?”. Con questa frase estratta dal film in questione si può dare un’immagine ampia della pellicola con cui abbiamo a che fare. Amore Tossico, cult-movie indipendentissimo (ergo indie, ergo maglietta a righe orizzontali) scritto e diretto da Claudio Caligari nel 1983, è un film-verità che parla di eroina dal punto di vista dei veri tossicomani, veri in quanto i bucatini ostiensi del film sono interpretati da veri fattoni (alcuni, si potrebbe dire, ex tossicodipendenti, ma manco tanto). Si dice che nelle scene del film in cui i personaggi si bucano, quella nelle siringhe sia vera e propria eroina, ma in realtà ciò non era e non è legalmente concesso, quindi, in quelle scene, le sostanze che si iniettavano erano o dell’acqua distillata o degli epatoprotettori; cosa che non andava molto giù agli attori che preferivano farsi una bella pera (che comunque si sarebbero sparati una volta spente le telecamere). Cesare, Enzo e Ciopper sono tre tossicomani di Ostia, come ho già detto la scelta degli attori è stata fatta tra veri tossicodipendenti, quindi la loro dimestichezza col linguaggio e il movimento da eroinomani è gagliarda assai; i tre, ad inizio film, non hanno neanche “na piotta” (centomila lire) per comprarsi la “robba” (l’eroina) quindi “pè svortà” (per rimediare l’eroina) e non stare più “a rota persa” (in seria nonché critica crisi d’astinenza da eroina) cercano di rimediare in tutti i modi, anche “co’e chiuse” (per mezzo di atti illeciti quali piccole rapine o furti). Michela Mioni è la pischella de Cesare, lei mezza piotta cell’ha e ci si accatta una dose farlocca da una marchetta del quartiere, Cesare, che è quello sveglio l’aveva avvertita, ma vai tu a spiegà a una rincoglionita bucatina di Ostia cosa è giusto e cosa è sbagliato. Per i 90 minuti di film assistiamo a piccole rapine, aneddoti, stomachevoli scene di vere e proprie endovene (chi viene a cene?), il tutto condito da recitazioni neanche pessime degli attori se non fosse per le pause di due/tre secondi tra una battuta e una risposta. Un consiglio: non vi affezionate troppo ai personaggi perché pare siano morti tutti (non nel film, ma proprio nella vita reale, quello che è durato di più è Cesare, il protagonista, che, nonostante avesse smesso, s’è spento di aids nell’86… e daje!)

Come tutti i film dove ci sta gente messa male che parla dialetto romanesco immaginavo che anche di questo avessero trovato radici pasoliniane, ma a fine film le si trovano effettivamente! A Michela viene un overdose proprio sotto al monumento a Pasolini all’idroscalo, e Cesare correndo all’ospedale fa la stessa fine del poeta con tre P. Non v’alterate se v’ho svelato il finale e considerate che sul retro del dvd nelle quattro righe di trama, due dicono appunto come termina il film!

Da vedere!

Migliore attore: beh, indubbiamente Mario lo spacciatore, con quella sua bella faccetta onesta tutta spigolosa, gli occhi assatanati, che non si capisce un cazzo quando parla (come un po’ tutti la in mezzo) e che guarda l’obiettivo mentre recita!

Un amico mio si faceva le pere, poi si è trovato una ragazza

http://doner.splinder.com Valerio

Sulla colonna sonora

se mi facessi di eroina mi darebbe meno fastidio alla testa...

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