Regia di Mario Soldati vedi scheda film
Erano i tempi in cui la nostra cinematografia si era messa in testa di competere con quella a stelle e strisce, per ovvi motivi nazionalistici. A ben vedere, il soggetto del film, che proviene da una pièce francese poi trasposta sullo schermo nel 1931, è perfetto per un film americano, che difatti riciclava copioni forestieri. E a conti fatti, nel cinema dei telefoni bianchi, è questo uno dei migliori prodotti del periodo, perché dal respiro internazionale e poco influenzato dalle logiche di regime che caratterizzarono molte pellicole dell’epoca.
Assia Noris, la diva dell’epoca, segna il gol della vita nella sua migliore interpretazione, col doppio ruolo dell’attrice bizzosa che dà il titolo al film e della sua sosia più modesta, chiamata a recitare la parte di Dora Nelson dal momento in cui la Nelson se ne va. Commedia degli equivoci romantica ed elegante, non perde un colpo lungo la sua pressoché breve durata anche grazie all’agile regia di Mario Soldati al primo film in solitaria dopo alcune prove in tandem con altri registi e ad uno stuolo di caratteristi in parte, in primis il dimenticato Carlo Ninchi e il non ancora celebre Carlo Campanini.
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