Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film
Kaurismäki, attualizzando l'opera shakespeariana, la spoglia dell'intensità del dramma e della violenza della tragedia: a queste egli sostituisce una patina grigia di squallore, fatta di meschinità e goffaggine, e solo a tratti attraversata dalla fibrillazione dello stress. Il suo bianco e nero è un velo opaco ed uniforme che si stende sul film congelando la mimica e bloccando il movimento, e costringendo i suoi personaggi a convivere eternamente col pensiero delle proprie azioni passate, presenti e future. Il dilemma non è la preoccupazione per una scelta, ma l'ossessione per la ricerca di un senso al proprio comportamento, che sembra frutto di una inesorabile predestinazione. Lo sviluppo della storia è noto, allo spettatore, ma anche ai personaggi: infatti essi nulla decidono, bensì si rassegnano, con infinita amarezza, alla parte che è stato loro assegnata.
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