Regia di Nikita Mikhalkov vedi scheda film
Si tratta di un western d'ambientazione russa (le steppe invece della Monument Valley) di buon livello, anche se realizzato con mezzi piuttosto scarsi. I buchi nel montaggio sono notevoli, ma il film è dignitosissimo, soprattutto se si pensa a come doveva essere ridotta la libertà cinematografica nel periodo brezneviano. Nel film si snodano discussioni anche politiche, ma, nonostante questo, non si nota che il film possa essere stato realizzato sotto il giogo della censura, attenta al rispetto dei canoni del realismo socialista. Questo è uno dei meriti di Michalkov, qui alle prime armi da regista. Altri meriti sono il fatto che la storia regge, la trama è robusta benché piuttosto ingarbugliata e la recitazione degli attori (tra essi lo stesso regista, ma soprattutto il bravissimo Bogatyrëv) notevolissima.
Durante la guerra civile russa seguita alla Rivoluzione d'ottobre, un soldato rosso (Bogatyrëv) è accusato di avere permesso a una banda di ladri di impadronirsi di un treno carico d'oro che serviva per acquistare grano dai paesi occidentali. Per salvarsi la vita, si impegnerà in una caccia all'uomo per recuperare il tesoro.
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