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L'amico sconosciuto

Regia di Daryl Duke vedi scheda film

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La recensione su L'amico sconosciuto

di degoffro
8 stelle

Miles Cullen è un mite e modesto impiegato di una banca di Toronto in un grosso centro commerciale. Visibilmente annoiato dalla grigia routine quotidiana, Miles viene casualmente a conoscenza che un uomo, travestito da Babbo Natale, vuole fare una rapina e ha un'idea geniale. Approfittare dell'occasione per rubare un bel po’ di soldi, tanto la colpa ricadrebbe sul rapinatore. Detto fatto. Se il ladro si deve accontentare di pochi spiccioli, costretto a scappare a causa dell'allarme, Miles riesce ad intascare senza colpo ferire un considerevole gruzzoletto di dollari. Quale posto migliore per nasconderli? Ovviamente una cassetta di sicurezza in banca. Ben presto però il sadico e violento rapinatore Reikle (ha sulle spalle due omicidi e l’aggressione ad una ragazza) si fa vivo con Cullen per reclamare il maltolto. Sottovaluta, però, l’impiegato Cullen, timido e dimesso solo all’apparenza, con la passione dei pesci esotici e con un sorprendente “talento per l’improvvisazione”.
 
 
 
Thriller inconsueto, sorprendente, teso e beffardo, costruito con vivace e tagliente abilità su un soggetto originale (un banchiere che frega un rapinatore) in una riuscita e apprezzabile combinazione di tensione e umorismo, spesso virato al nero. Diretto dal poco noto Daryl Duke (sconosciuto quanto meno al cinema visto che per la tv ha firmato il celebre "Uccelli di rovo"), ma sceneggiato dal "sarà famoso" Curtis Hanson (e nel rapporto dialettico tra i due antagonisti ci sono evidenti anticipazioni dei futuri thriller che caratterizzeranno la prima parte della carriera del regista) dal romanzo "Think of a number" di Anders Bodelsen (pubblicato in Italia solo nel 2011 con il titolo “Pensa un numero” – Edizioni Iperborea a cui rimane piuttosto fedele per tre quarti del racconto, salvo poi prendere un’altra direzione, non necessariamente peggiore, solo più ironica e romantica, ma forse anche meno cattiva – sebbene il romanzo si concluda con una lunga parentesi tunisina con tanto di resa dei conti a tre in una casa isolata sulla spiaggia che a tratti risulta convenzionale), "The silent partner" (il titolo italiano non rende giustizia all'originale) merita una doverosa riscoperta. Grazie allo script di Hanson, non privo di ingenuità e scorciatoie, ma nel complesso solido ed intelligente, il regista Duke realizza un film asciutto e coinvolgente, dalle psicologie tutt’altro che banali e scontate, con un continuo ed avvincente ribaltamento di ruoli tra i due antagonisti, molto più simili di quanto si possa pensare e pronti a tutto pur di ottenere ciò che vogliono, in un sopraffino e spesso sarcastico gioco al gatto con il topo che non dà tregua e regala più di una soluzione imprevedibile. Alla convincente riuscita di questo intrigante gioco al massacro in cui ogni personaggio, di fronte ai soldi, rivela il suo lato peggiore, contribuiscono poi in maniera decisiva le maiuscole prove dei due superbi rivali: il pacato, sornione, enigmatico ma determinato, scaltro e risoluto Elliott Gould e lo spietato, gelido e feroce Christopher Plummer. Con un ritmo tranquillo eppure agile, senza soste, alcuni inattesi picchi di violenza, una tensione palpabile (la sequenza dell’apertura forzata della cassetta di sicurezza), un ritratto per nulla color pastello della società canadese (tra legittimi e proibiti sogni di benessere e relazioni adulterine) ed una sottile ma incisiva ironia. Il finale poi, all’insegna di un gradevole romanticismo, è decisamente ispirato. Bella prova di Susannah York e piccola parte per un giovane John Candy. Pregevole fotografia notturna di Billy Williams, qualche anno dopo premio Oscar per “Gandhi”. Intrattenimento di classe che può divertire anche i non amanti del genere. Chissà se John Frankenheimer per il suo non completamente riuscito "Trappola criminale" ha pensato a questo film (anche lì dei criminali decidono di fare una rapina vestiti da Babbo Natale). Primo film prodotto dalla Carolco Pictures di Mario Kassar e Andrew G. Vajna. Piccola curiosità: "L'amico sconosciuto" è il remake di un film danese del 1969 intitolato " Tænk på et tal".
Voto: 7 e mezzo

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