Regia di Arthur Penn vedi scheda film
Bell’impianto di film, molto sentito dal regista Penn quanto dall’autore della sceneggiatura, ampiamente autobiografica, Tesich (All American Boys), sul contrasto e la trasformazione delle radici europee della nuova America: il padre del protagonista, che resterà jugoslavo fino alla fine, avrà un figlio tutto americano. Qualche sequenza è, a mio parere, forzatamente poetica, ed anche l’insistenza sulla canzone Georgia On My Mind è francamente eccessiva. Altre scene riescono invece a commuovere o a divertire (Danilo fa a pugni dopo essersi fasciato la mano con il parrucchino dell’amico calvo). Gli amici di Georgia è, comunque, uno dei film che meglio ha interpretato gli anni Sessanta americani, dall’elezione di John Fitzgerald Kennedy allo sbarco sulla Luna, passando per l’assassinio del presidente e la guerra del Vietnam. Bella prestazione di Craig Wasson, attore che successivamente non ha saputo mantenere le promesse di questo film.
Deprecabili i sottotitoli di qualche versione italiana, che sembrano fatti con un traduttore automatico trovato su internet ed hanno un involontario effetto da teatro di Ionesco. Per tacere di tutti gli altri errori, è da rimarcare che anche le donne parlano di sé stesse al maschile: Georgia dice: «io sarò un ballerino!», neanche fosse Don Lurio; tutti i personaggi parlano al passato remoto, come se fossero tutti siciliani da commedia all’italiana.
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