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L'amaro tè del generale Yen

Regia di Frank Capra vedi scheda film

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La recensione su L'amaro tè del generale Yen

di luisasalvi
8 stelle

Intendo rivederlo per esaminarlo meglio; mi pare che offra già incrinature all'immagine di una società americana meravigliosa e di un Capra che ne sia cantore entusiasta e acritico: il confronto con la società cinese parte pregiudicato a favore di quella americana: il generale Yen, rivoluzionario, è un bandito (pensare che gli USA sono nati da una rivoluzione, il cui successo celebrano ogni anno con una grande festa), i suoi metodi sono violenti e cinici, il suo collaboratore americano è viscido, i due fidanzati missionari sono nobili creature pronte a sacrificare la loro vita per convertire il popolo cinese. Ma il sussiegoso missionario che da cinquanta anni agisce in Cina fa un discorso convenzionale, falso e ampolloso, rivolto a un gruppo di ricchi residenti americani del suo stesso tipo; non molto meglio appare lo zelante fidanzato, che arriva in ritardo, senza esser passato a prendere l'amata perché preso dai suoi "doveri" missionari, e che ora deve rimandare il matrimonio per andare a prendere un gruppo di orfani nella zona controllata dai ribelli; perciò gli serve il lasciapassare del generale Yen; questi, allibito che lui rinvii un matrimonio per prelevare degli orfani, che non c'è motivo per pensare che vivranno meglio da una parte che dall'altra, gli scrive un lasciapassare in cui dice che lui preferisce la sua missione alla sua donna. Per Yen è il contrario, e si lascerà tradire da una spia scoperta e che aveva già condannato a morte, per cedere alle preghiere della giovane missionaria di cui si è innamorato, e per "convertirla"; infatti ci riesce, anche se alla fine ("lieta"?!) beve il suo "amaro" tè, in cui ha aggiunto veleno, mentre lei gli dice che non lo lascerà mai: forse insegna che anche la conversione alla rovescia da lui operata sulla missionaria non è opportuna, e che ognuno deve imparare a vivere al meglio nella propria società, anche se questa (esplicitamente americana, qui) è tutt'altro che la migliore possibile e avrebbe molto da imparare dai "banditi" cinesi. Alla faccia del "pericolo giallo" che crede di intravvedervi Mereghetti.

In conclusione perfino lo squallido americano consigliere economico di Yen risulta molto meglio di quanto sembrava prima, e forse molto meglio dei suoi connazionali integrati: fa le lodi di Yen con considerazioni che sembrano prestate a lui da Capra, che così lo rivaluta, a tutto svantaggio della società benpensante che lo disprezza e presso cui ora sta ritornando assieme alla missionaria convertita e ormai disillusa. O forse proprio questo è un lieto fine, un modo per sperare in un miglioramento futuro favorito da chi ha aperto gli occhi…

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