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Idoli controluce

Regia di Enzo Battaglia vedi scheda film

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La recensione su Idoli controluce

di moonlightrosso
3 stelle

Un curioso oggetto di modernariato per una panoramica sul calcio del tempo che fu

Curioso oggetto di modernariato consistente in uno spaccato, a onor del vero non molto riuscito ma per lo meno sincero, sul mondo del calcio del tempo che fu e dei relativi personaggi di contorno.
Il giornalista Ugo Sanfelice (Massimo Girotti) intende scrivere la biografia del grande Omar Enrique Sivori, che fece la fortuna della Juventus del famoso “Trio Magico” con Boniperti e Charles, vincendo ben tre scudetti in quattro anni.
Nella difficoltà di incontrare l’epònimo calciatore, il nostro si rivolge a un compagno di squadra - il tal Nanni Moretti (sic!) - interpretato da Gaspare Zola, appena trasferitosi da una squadra di serie C.
La crisi di Sivori, segnata dalle incomprensioni con l’allenatore Heriberto Herrera, il cinismo dei dirigenti e dei colleghi giornalisti, nonchè il carattere volubile del giovane Moretti, che lascerà la fidanzata (Valeria Ciangottini) per preferire la vita mondana della contessa Alexandra (Johanna Skimius), porteranno il Sanfelice ad abbandonare il progetto.
Uscito con il divieto ai minori di anni diciotto per averci fugacemente inquadrato da tergo i giocatori mentre fanno la doccia (che scandalo!), nonchè per via di un’altra sequenza in cui i fidanzatini Zola e Ciangottini sono a letto insieme “en deshabillé” (sai che roba!), il poco noto Enzo (all’anagrafe Gaudenzio) Battaglia tenta maldestramente di commistionare realtà documentaristica e finzione, intervenendo fra l’altro nella fase di declino della carriera del campione argentino.
Le immagini di repertorio, che riguardano più che altro la “Juventus delle meraviglie” di qualche anno addietro rispetto al girato, si intervallano a una trama piuttosto confusa incentrata sulle vicende del giovane Moretti, preso, a differenza di Sivori, da quelle mille distrazioni (soprattutto femminili) che gli impediranno di esprimere a pieno le proprie potenzialità. Non vorrei che gli autori, nell’inventare il personaggio, avessero preso a modello il talentuoso Gianfranco Zigoni, anch’egli in forza alla Juventus, il quale, a causa delle sue intemperanze, subì per certi versi un destino simile al più famoso ex compagno di squadra.
Sul versante interpretativo, se la partecipazione di Sivori (assai limitato come attore) si riduce a pochi momenti, il film si dipana tra personaggi ora scialbi (Zola e Ciangottini), ora poco convinti (Massimo Girotti). Efficace e simpatico come sempre Riccardo Garrone nella parte di un subdolo dirigente. Curiosa la partecipazione in veste canterina del “Teatrino dei Gufi” che si esibiscono in alcune delle loro canzoni irriverenti e “nonsense”.
Colonna sonora a firma di Ennio Morricone, ancora sotto contratto come direttore d’orchestra per la RCA, con il brano “Le cose più importanti” cantato da Pierfilippi, il cui refrain farà da tormentone per tutta la durata del film.

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