Regia di Luis Buñuel vedi scheda film
Gli amanti di domani - titolo a dir poco bruttarello - è un lavoro che Bunuel girò in Francia a cavallo fra buone/ottime opere come Estasi di un delitto e Nazarin, ma anche di pellicole più prettamente 'commerciali' e malriuscite quali La selva dei dannati e Le rive della morte. Gli amanti appartiene più alla seconda categoria che alla prima, sebbene abbia dalla sua una forte impostazione polemica che ricollega il film alle opere migliori del regista; è in particolare il personaggio del protagonista, il medico idealista Valerio, a colpire da subito per la sua spiccata critica al sistema di valori borghese, caratteristica che ne fa essenzialmente uno stereotipo bunueliano. Scritto dal regista e da Jean Ferry, tratto da un romanzo di Emmanuel Robles, questo film ha inoltre la peculiarità di essere stato girato in Francia per motivi di produzione; Georges Marchal nel ruolo centrale della vicenda ha il giusto fascino maledetto (ma senza esagerare), mentre la bellissima Lucia Bosè incarna a perfezione l'amante che qualsiasi uomo vorrebbe avere. La progressiva emarginazione, il declino sociale di un uomo dall'ideologia troppo personale e troppo marcata si accostano in questa storia alla presa di coscienza della necessità, da parte dello stesso, di fuggire al più presto da un ambiente tanto ostile; le frecciate contro i modelli di vita della borghesia vanno tutte a segno, sebbene forse in maniera eccessivamente diretta per un autore che ha sempre fatto del simbolismo, dell'ambiguità e della profondità delle sue opere una bandiera. 6/10.
Un insospettabile medico, stimato da tutti e sposato ad una ragazza di buona famiglia, ha in realtà un'amante e nasconde in casa di lei un uomo che ha assassinato il proprio aguzzino. Quando si saprà tutto questo, la gente del paese cambierà opinione su di lui.
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