Regia di Kenji Mizoguchi vedi scheda film
Bellissimo, come quasi tutti i film dell'ultimo periodo di Mizoguchi: tratto da un'opera teatrale scritta per il teatro delle marionette giapponese dal celebre drammaturgo Chikamatsu, si concentra sul tema dell'amore che sfida le convenzioni sociali e le differenze di classe in un Giappone dalla struttura ancora feudale. Lo stile visivo del regista è come al solito ricchissimo, con magnifici piani-sequenza cadenzati su lunghi movimenti di macchina e una fotografia in bianco e nero del grande operatore Miyagawa che sfrutta abilmente gli effetti di profondità di campo all'interno del quadro. Splendida, in particolare, la scena sul lago Biwa dove la coppia di amanti decide di abbandonare i propositi suicidi nella scoperta del proprio reciproco e fortissimo attaccamento affettivo, che fino ad allora non aveva mai avuto il coraggio di confessare a vicenda. Non tutti sono concordi sul valore di quest'opera (alcuni critici occidentali come Noel Burch lo ritengono un film minore), ma, a mio modesto parere, si tratta ugualmente di un grandissimo film, certamente degno della straordinaria intensità e bellezza figurativa dell'Intendente Sansho e dei Racconti della luna pallida d'Agosto. Determinante stavolta anche l'apporto della colonna sonora, con sonorità tipiche della cultura orientale, dunque di sapore alquanto diverso dalle musiche tradizionalmente associate al melodramma, che si sposa alla perfezione col sofferto lirismo delle immagini. Ottimi e ricchi di sfumature i due protagonisti Kazuo Hasegawa e Kyoko Kagawa che non ricordo in altri film dell'autore, mentre Eitaro Shindo fa con bravura, come sempre, la parte del cattivo.
voto 10/10
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