Regia di Seong Hun Kim vedi scheda film
FAR EAST FESTIVAL 26 - CONCORSO "Another Mission Impossible: buddy action film".
Nel gennaio del 1986 un diplomatico sudcoreano viene rapito da una banda armata nella periferia di Beirut, già a quei tempi tutt'altro che la perla del Medioriente, come veniva considerata a metà del '900.
Passano i mesi fino a quando un funzionario del Ministero degli Esteri di Seul, svogliato e stressato per non esser stato promosso alla carriera diplomatica a cui ambiva, risponde ad una chiamata, decifrando in un ticchettio costante, il messaggio in codice del diplomatico rapito, che tutti ormai davano per morto.
Convinti o capi a farlo parte dell'azione di riscatto, l'uomo parte per Beirut passando da Ginevra, per ottenere, in modo piuttosto fuori del comune, i fondi necessari per pagare metà del riscatto necessario per riavere il rapito.
Sulla sua strada si imbatterà in uno strambo e simpatico truffatore connazionale, di professione tassista, che sarà subito uno dei tanti problemi a cui fare fronte, per poi trasformarsi alla fine in un fidato alleato, peraltro ricambiato alla fine da un vero e proprio dono salvifico.
Dal tecnicamente ottimo regista di A Hard Day (2014) e Tunnel (2016), Kim Seong-hun, Ransomed si presenta come un robusto e convincente blockbuster girato con gran maestria e scene madri molto riuscite.
Molto empatici ed in parte i due protagonisti, Ha Jung-woo nel ruolo del funzionario costretto suo malgrado ad entrare in azione, e Ju Ji-hoon nei panni del tassista furbo e truffaldino che saprà riscattarsi ampiamente.
Il film riesce a tenere salda l'attenzione sulla sua vicenda, nonostante le due ore e un quarto siano davvero un po' eccessive, ma la storia possiede ritmo, un pizzico di humor ben dosato che non sminuisce la tensione e un giusto appeal che la strana coppia di protagonisti è in grado di sfoderare lungo il corso dei concitati eventi.
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