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Blackout

Regia di Larry Fessenden vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Blackout

di John_Nada1975
6 stelle

Ritorno alla regia di Larry Fessenden dopo un pò di anni(ben dieci), sarebbe stato un buon horror a basso costo rurale e di impianto folk o licantropico, degli anni settanta, tipo "Dark August" di Martin Goldman.

Come a dire che l'attenzione di Fessenden per essersi avvalso di una colonna sonora veramente molto bella di Will Bates c

Ritorno alla regia di Larry Fessenden dopo un pò di anni, sarebbe stato un buon horror a basso costo rurale e di impianto folk o licantropico, degli anni settanta, tipo "Dark August" di Martin Goldman.

Come a dire che l'attenzione di Fessenden per essersi avvalso di una colonna sonora veramente molto bella di Will Bates con tanto di temi ballata veramente settantiani, e di una solida cura formale(belli anche gli inserti pittorici animati), oltre per la una certa e per lui consueta unitarietà stilistica, sarebbe stata accresciuta dalla pellicola e dal Metro o Technicolor di quegli anni. 

Con  il digitale di oggi rimane quello stile visivo da indie del Sundance, che d'altronde connota le regie e le tante produzioni Fessenden da almeno un ventennio, ma anche così ha una sua ragione d'essere più di tanto altri titoli coevi, anche se la sceneggiatura non possa brillare veramente per originalità.

Buone però certe soluzioni che cercano di rifuggire dai soliti troppi cliche, come la mancanza pressoché assoluta di una sottotraccia sentimentale e quindi di melensaggini. 

Esemplare in questo senso la sequenza di "rinuncia" del valido protagonista figlio di William Hurt, alle profferte fisico-amorose di una sempre molto attraente Barbara Crampton.

 

on tanto di temi ballata veramente settantiani,  e di una solida cura formale(belli anche gli inserti pittorici animati), oltre per la una certa e per lui consueta unitarietà stilistica, sarebbe stata accresciuta dalla pellicola e dal Metro o Technicolor di quegli anni. 

Con  il digitale di oggi rimane quello stile visivo nelle sequenze illuminate in interni, e esterni diurni, da indie del Sundance, che d'altronde connota le regie e le veramente tante produzioni Fessenden (che negli ultimi anni si è impegnato anche come attore in film importanti, e sceneggiatore), da almeno un ventennio, ma anche così ha una sua ragione d'essere più di tanto altri titoli coevi, anche se la sceneggiatura non possa brillare veramente per originalità.

Buone però alcune soluzioni che cercano di rifuggire dai soliti troppi cliche, come la mancanza pressoché assoluta di una sottotraccia sentimentale e quindi di melensaggini. 

Esemplare in questo senso la sequenza di "rinuncia" del valido protagonista figlio di William Hurt(che appare persino in delle foto come padre anche del personaggio di artista, protagonista nella finzione),   alle profferte fisico-amorose di una sempre molto attraente Barbara Crampton.

 

John Nada

 

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