Regia di Amos Poe vedi scheda film
Manifesto stilistico del postmodernismo anni '80, in cui l'indipendente e irregolare Amos Poe firma il suo film più ambizioso all'interno di un cinema per lui insolitamente più narrativo e dentro degli schemi lineari dettati dall'industria(la MgM tramite la Atlantic Releasing Corporation), ma già debitore dai suoi esperimenti nel noir newyorkese e calato fedelmente nella realtà testimoniale della metropoli in quegli anni, della sua new wave di musica, locali, colori e sensazioni, già così ben contenuta in "Subway Riders" del 1981 con John Lurie.
Eccezionali fotografia di Oliver Wood, ambientazione solamente notturna nell'East Village interamente colorato, illuminato per intero di palazzi e interni di luci dalle tonalità fredde, sapienza nel cogliere i dettagli di un'epoca attraverso una vicenda noir e violenta scritta e diretta benissimo, colonna sonora di Neil Rodgers, che nulla hanno da invidiare dal coevo pilota "Il Colombiano" diretto da Thomas Carter e inizialmente ambientato a New York, di "Miami Vice" creato da Michael Mann e Anthony Yerkovich.
Una favola ma già si sapeva, la giovane Jami Gertz, sorella del protagonista spacciatore di successo, Vincent Spano/Johnny.
Manifesto dell'annata di gran avvenenza 1984, replicato in innumerevoli film anni 2000 a partire dalla grafica dei titoli come il pottaione "Drive" di Refn, l'inizio per le strade notturne del quartiere di Alphabet City, con Johnny a consegnare le dosi ai suoi clienti di lusso, alla guida di una Pontiac Trans Am 25th Anniversary Daytona 500 edition, bianca.
Con l'alta definizione si vede chiaramente la giovane controfigura che rimpiazza il bolso boss Gino/Ray Serra, nel finale violento con la Moto Guzzi California nell'androne luminoso del palazzo.
Apparizione di lusso per Zohra Lampert, nei panni della madre di Chunga/Vincent Spano.
Ted_Bundy1979
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