Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Uno scrittore in crisi, depresso e violento, litiga ripetutamente con la moglie, finchè accidentalmente, durante una colluttazione, ferisce alla testa loro figlio, di appena 4 anni. La donna se ne va di casa con il bambino, ma il padre del marito - ricco industriale potente - decide di rovinarle la reputazione in ogni modo, per riabilitare il figlio e fargli riottenere il bambino.
Non è uno dei titoli maggiormente memorabili di Claude Chabrol, questo All'ombra del delitto, e a tutti gli effetti la cosa è comprensibile: la pellicola sembra più un esercizio di stile che altro, una dimostrazione da parte del regista transalpino di sapere girare un film "alla Chabrol". In pratica, una ripetizione o poco più. Thriller nero psicologico ambientato nella buona borghesia francese, con delitti e morbosità inconfessabili di ordinanza; La rupture, titolo originale, forse era più azzeccato dell'apatico All'ombra del delitto scelto per la versione italiana. Stephane Audran, musa e all'epoca moglie del regista, è l'algida protagonista, al cui fianco si trovano buoni nomi del calibro di Jean-Pierre Cassel, Michel Bouquet, Annie Cordy e Jean Carmet; la sceneggiatura dello stesso Chabrol si muove partendo da un romanzo dell'americana Charlotte Armstrong, dall'opera della quale il regista prenderà spunto anche per Grazie per la cioccolata (2000). Francamente tutto ciò che accade dopo i primi minuti del film, nei quali si consuma lo strappo (la rottura) al centro della trama, non giustifica le oltre due ore di durata del lavoro. 4/10.
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