Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Il finale manda tutto a catafascio (un problema molto ricorrente nella filmografia di Chabrol). Per tre quarti il film e' interessante, per quanto il personaggio del marito psicopatico sia molto al limite e l'interpretazione della Audran sia abissale. Ma nell'ultimo atto il personaggio di Cassel (il detective privato) si trasforma di colpo in un cattivo da pantomima, improvvisando un piano senza senso che conduce ad una conclusione ridicola e sopra le righe. Immagino che il finale sia uguale nel libro, ma -considerato che Visconti si e' permesso di rimaneggiare notevolmente il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa- penso che Chabrol avrebbe potuto prendersi qualche liberta' anche lui nell'adattare un best-seller da due soldi.
L'intero finale, l'impostazione del personaggio del marito e soprattutto la protagonista.
Non e'un problema. Quello che manca e' una solida sceneggiatura.
Semplicemente inqualificabile. Nessuna reazione emotiva neanche quando vede scagliato il suo bambino dall'altro lato della stanza. Il suo stile di recitazione glaciale e senza emozioni - che puo' (piu' o meno) funzionare quando interpreta la signora borghese annoiata- qui produce effetti catastrofici.
Fa quello che puo', il suo personaggio e' mal costruito.
Il migliore, come sempre. Ma non si vede abbastanza.
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