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L'alibi era perfetto

Regia di Fritz Lang vedi scheda film

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La recensione su L'alibi era perfetto

di Baliverna
8 stelle

E' un film complesso, basato più sull'intreccio e su problematiche generali come la colpevolezza, l'omicidio, la giustizia umana, la crudeltà della pena di morte, che sui personaggi in quanto tali. La vicenda è serrata e appassionante, ed ogni scena è ben incastonata dentro di essa, senza momenti di stanca. Il tema centrale (o "movente") è una delle ossessioni di Lang, cioè quello dell'omicidio e della possibilità di commetterlo (specie in un momento di rabbia o di passione). La tesi del regista è sempre la stessa, ed è anche il suo tormento interiore: tutti possono scoprirsi all'improvviso assassini, solo se le circostanze necessarie si realizzano.
Il procuratore distrettuale è un uomo che, oltre che estremamente superbo circa le sue capacità di scoprire infallibilmente gli assassini, è anche un personaggio privo di scrupoli che si compiace delle condanne a morte che fa infliggere, e le utilizza per spianarsi la via di un'ambiziosa carriera politica. La possibilità che il condannato alla "sedia" sia  innocente non lo sfiora neanche, forse perché non gliene importa, o addirittura gli darebbe fastidio. Il personaggio interpretato da Dana Andrews, dal canto suo, è innanzitutto un temerario, che concepisce un rischiosissimo piano per dimostrare la fallibilità dei metodi del procuratore. Egli si prova in tal modo anche estremamente falso e simulatore (chi vede il film capisce perché). E' proprio una falsità da lasciare spiazzati. Il ritratto delle ballerine, interessate solo al denaro e agli uomini che possono dargliene, è anch'esso molto negativo. Gli unici personaggi positivi direi che sono la fidanzata e suo padre.
Il film, quindi, riflette sulla fallibilità della giustizia umana, difetto che diventa pesante a dismisura quando in ballo è la vita stessa del condannato. In un processo, infatti, sono pochi gli elementi che possono configurarsi come vere prove; la maggior parte sono indizi manipolati ad arte e gonfiati, oppure circostanze e coincidenze ingannevoli. Infatti, in aula s'infiltrano interessi di ogni tipo, come passioni umane, superbia, faciloneria, menzogna. A margine di ciò c'è il potere della messa in scena, come quella ordita dal protagonista, e l'arte oratoria dei giuristi, capaci di far sembrare bianco il nero e viceversa.
E' un film che fa riflettere, da meditarci sopra e da rivedere, per coglierne i molti aspetti.

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