Regia di Fritz Lang vedi scheda film
Il proprietario di un giornale, contrario alla pena di morte, convince il futuro genero a inscenare una macchinazione per farsi sospettare dell’omicidio di una ballerina: al momento giusto lui interverrà a mostrare le prove della sua innocenza (meccanismo simile a quello che poi sarà alla base di The life of David Gale); poi le cose non vanno come previsto, e il processo vedrà una serie di colpi di scena. Lang, al suo ultimo film americano, riprende qualche elemento dal precedente Quando la città dorme (il protagonista dalla faccia pulita Dana Andrews, il personaggio del magnate dell’editoria) e mostra ancora una volta che siamo (o almeno possiamo essere) tutti assassini: un film che nella sua astrattezza sembra costruito come un teorema geometrico, ma anche un film che viaggia su due binari, quello della messinscena palese e quello del piano criminale che resta nascosto e che viene svelato solo alla fine. Un film comunque riuscitissimo.
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