Il proprietario di un giornale vuole fare una campagna contro la pena di morte. Per dimostrare l'ingiustizia e l'mmoralità della soluzione penale convince il futuro genero ad autoaccusarsi dell'omicidio di una ballerina rimasto senza colpevole, per dimostrare, portando prove dell'estraneità dello scrittore, la fallibilità del giudizio umano. Una volta in carcere il genero scrittore vi rimarrà perché chi lo doveva scagionare muore.
Note
Parabola tesa e perfetta del maestro Lang all'ultima prova in terra d'America. Sottovalutato dalla critica del tempo scivola in un meccanismo perfetto che mette in crisi la sicurezza di chi crede nella esistenza di una sola verità.
«Lang cerca sempre la verità oltre le apparenze, ed in questo film la ricerca va anche oltre le incongruenze . È poco utile rilevare il contrasto di questo film di Lang con alcune sue opere precedenti, come “Furia” e “Sono innocente!”. Qui l'innocenza con le apparenze di colpevolezza, là colpevolezza con apparenza di innocenza...Oltre le apparenze.
Intrigante Fritz Lang hitchcockiano, basato sulla provocatoria tesi secondo cui la menzogna costruita ad arte è più credibile della verità. Un film poco suggestivo e molto concettuale, in cui il linguaggio è particolarmente asciutto, poco spazio è lasciato all’immaginazione, e la ragione è costretta a seguire il filo logico dell’ovvietà. Questo legal thriller gioca a carte scoperte,… leggi tutto
E se lungo l’arco del film quel senso di tradizionale moralità garantista, contro l’avventata e assolutistica pena di morte, cresce per divenire sempre più nobile e alto, lo stesso non si può dire della svolta finale, appiccicata un po’ così, ad issare là libertà di espressione del regista in opposizione alla moralista censura… leggi tutto
L'alibi era perfetto Stati Uniti d'America 1956 la trama: Il proprietario di un giornale Austin Spencer vuole fare una campagna contro la pena di morte. Per dimostrare l'ingiustizia e l’atrocità della soluzione finale convince il futuro genero Tom Garrett ad autoaccusarsi dell'omicidio di una ballerina rimasto senza colpevole, per dimostrare, portando prove…
E se lungo l’arco del film quel senso di tradizionale moralità garantista, contro l’avventata e assolutistica pena di morte, cresce per divenire sempre più nobile e alto, lo stesso non si può dire della svolta finale, appiccicata un po’ così, ad issare là libertà di espressione del regista in opposizione alla moralista censura…
"Prima di dare inizio a questo straordinario spettacolo, sarà il caso di spendere due parole sullo stupefacente tema che esso tratta...":
Nel cinema uno dei trucchi o comunque degli aspetti più ricercati…
"Mi piacerebbe tanto rivederlo, ma non esiste più in commercio..."
"Ce l'avevo registrato, ma sarebbe bello se lo pubblicassero finalmente in dvd..."
"L'ho visto una volta in televisione quando ero piccolo e…
"L'alibi era perfetto" resta ancora oggi, a distanza di quasi cinquant'anni dalla sua uscita, un noir affascinante e complesso. Le inconfondibili geometrie di Lang (qui al suo meglio e mi riferisco ovviamente al suo periodo "americano") impreziosiscono il ritmo serrato e coinvolgente di una pellicola di straordinaria rilevanza e che, oltre ad essere stata in parte modificata nel montaggio…
il film si apre su un uomo morto che cammina che si avvia alla sedia elettrica. l'esecuzione e il pubblico che assiste. alcuni distolgono lo sguardo o si coprono gli occhi, altri impassibili assistono. tra questi tom garrett, seduto a fianco del datore di lavoro nonchè futuro suocero, invitato a vedere proprio da quest'ultimo. austin spencer direttore e proprietario del giornale per cui lavora…
E' un film complesso, basato più sull'intreccio e su problematiche generali come la colpevolezza, l'omicidio, la giustizia umana, la crudeltà della pena di morte, che sui personaggi in quanto tali. La vicenda è serrata e appassionante, ed ogni scena è ben incastonata dentro di essa, senza momenti di stanca. Il tema centrale (o "movente") è una delle ossessioni di Lang, cioè quello…
L'ultimo film americano di Fritz Lang è un perfetto meccanismo ad orologeria: sceneggiatura di ferro, con clamorosi colpi di scena che ribaltano più volte la vicenda, messa in scena scarna, quasi dreyeriana, nell'eliminare qualsiasi fronzolo per arrivare al sodo della tematica narrata e interpreti aderenti ai propri ruoli. I temi di fondo, tipici del regista, sono il confine sottile tra…
Sinceramente da un genio come Fritz Lang e da una trama complessa mi sarei aspettato molto di più. A mio parere il tema è abbastabza superficiale e considerato che dura appena 1ora e 20 sembra durare un'eternità con alcuni punti troppo morti e sentimentali. Anche il finale non è nulla di che.
Ennesima opera d'arte di Lang con un meccanismo perfetto sotto ogni punto di vista. Dapprima la costruzione delle prove, precisa e minuziosa, poi la caduta nell'inferno giudiziario nel quale il protagonista sembra inizialmente sguazzare sereno ma alcuni colpi di scena nel finale, toglieranno la sicurezza dal suo volto. Grande finale, bravi interpreti, ottimo Lang come sempre.
Intrigante Fritz Lang hitchcockiano, basato sulla provocatoria tesi secondo cui la menzogna costruita ad arte è più credibile della verità. Un film poco suggestivo e molto concettuale, in cui il linguaggio è particolarmente asciutto, poco spazio è lasciato all’immaginazione, e la ragione è costretta a seguire il filo logico dell’ovvietà. Questo legal thriller gioca a carte scoperte,…
C'è chi li vuole brevi... ma per quanto certi film giudiziari sembrino lunghissimi, in genere lì i processi non durano più di due ore. Potrebbe essere una soluzione! Questa taglist però, suggerita da Silvio (il…
Il proprietario di un giornale, contrario alla pena di morte, convince il futuro genero a inscenare una macchinazione per farsi sospettare dell’omicidio di una ballerina: al momento giusto lui interverrà a mostrare le prove della sua innocenza (meccanismo simile a quello che poi sarà alla base di The life of David Gale); poi le cose non vanno come previsto, e il processo…
“L’alibi era perfetto” è l’ultimo lavoro realizzato durante la prolungata trasferta americana di Fritz Lang dopo la sua “fuga” dal nazismo. Poco compreso alla sua uscita, è stato valutato a lungo da una considerevole fetta della critica del tempo, come un’opera minore e un po’ stanca, abbastanza lontana dai vertici…
Redazioni, giornalisti, inviati, titoli, tipografie... il quarto potere su carta è apparso spesso nel cinema. Per vantarne le imprese - spesso -, per fascinazione, per contemporaneità. E perché prima di internet e…
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Commenti (2) vedi tutti
«Lang cerca sempre la verità oltre le apparenze, ed in questo film la ricerca va anche oltre le incongruenze . È poco utile rilevare il contrasto di questo film di Lang con alcune sue opere precedenti, come “Furia” e “Sono innocente!”. Qui l'innocenza con le apparenze di colpevolezza, là colpevolezza con apparenza di innocenza...Oltre le apparenze.
leggi la recensione completa di claudio1959Capolavoro (e non è il primo) del grande regista. Un bianco e nero da favola per un cinema che purtroppo non c'è più.Nell'olimpo dei supercult.
commento di tunney