Regia di Chloé Barreau vedi scheda film
Da quando aveva sedici anni, Chloé Barreau ha costantemente documentato, con home video e splendidi fotoritratti, la sua vita sentimentale, fatta di scarti continui tra un amore saffico e l'altro e alternata da occasionali rapporti con uomini in uno spazio che sta tra Parigi e Roma. Quei video e quelle foto sono diventati un film che, giocando sul titolo del notissimo capolavoro di Roland Barthes, ricostruisce quelle storie affidandosi ai ricordi delle persone che ha amato in passato: chi per una sola notte, chi facendosi spezzare il cuore e commuovendosi ancora al ricordo. Ma ha l'accortezza, determinante, di non essere lei a intervistarli, affidando l'operazione - previo allestimento di un opportuno canovaccio - a una sua collaboratrice. Al di là dell'incommensurabile dose di narcisismo che, al pari del film precedente (La colpa di mio padre), connota il lavoro, dal film esce un affresco pulsante, e per molti versi "universale", delle cose dell'amore. Sicché questi Frammenti di un percorso amoroso emozionano e a tratti divertono, pur lasciando emergere il profilo di una collezionista seriale, irrimediabilmente manipolativa, traditrice e bugiarda.
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