Regia di Ariane Louis-Seize vedi scheda film
Come funziona la vita di un vampiro che non ha voglia né coraggio né abbastanza faccia tosta da uccidere qualcuno e berne il sangue? Funziona comodamente fintantoché il cibo lo procurano i genitori; ma quando i genitori vogliono incoraggiare l’autonomia di loro figlio, cosa può fare quest'ultimo per cavarsela? La risposta del film di Louis-Seize, che in realtà riguarda una figlia femmina, la vampirella Sasha, è già nel titolo: trovare gente che ha già voglia di morire per proprio conto. Gli aspiranti suicidi.
Questo teen drama canadese entusiasta rivela non solo il talento ancora un po’ acerbo della sua regista ma anche tanto del suo potenziale comico inespresso, rallentato dagli stereotipi teen che da sempre (ma di recente sulle piattaforme streaming) impazzano omologandosi ad un’unica lista di ingredienti. Come se valesse più la pena spuntarli tutti che non sviluppare con personalità una gag originale. Il film, che pure parlerebbe di adolescenti al limite, al limite non è affatto né vi si avvicina, anzi, riporta le speranze dello spettatore alla chiusa conformistica. Con, in compenso, il piccolo colpo gobbo finale che risolve il dilemma “umanista” della protagonista che non vuole uccidere, con uno stratagemma messo all’occorrenza per dire come bisogna trovare il proprio posto del mondo anche e specie se è più difficile farlo, a costo di crearlo, perché poi un maggiore equilibrio di vita è assicurato. Sulla metafora della scoperta del sesso invece c’è poco da dire, è autoevidente da qualsiasi stringato riassunto di trama. Probabilmente rientra negli stereotipi di cui sopra.
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