Regia di Liliana Cavani vedi scheda film
La Cavani era nel momento delle scelte temerarie, oggi si è messa più nel sicuro con produzioni televisive e la sua voglia di rompere certi canoni, rischiando non poco e alle volte affrontando l’insuccesso, si è persa strada facendo, forse non trovando più produttori per rischiare nei suoi progetti, dopo gli ultimi film sbagliati messi in distribuzione. Qui senza mezzi termini si affronta un tratto di vita decisiva del filosofo Nietszche, attraverso il rapporto a tre con Paul Rée e Lou Von Salomé. Il film ebbe problemi non piccoli con la censura per delle scene esplicite, ma la Cavani non si è mai risparmiata per questo tipo di problemi, non rinunciandoci mai. La decisione di tracciare la vita del filosofo a seconda dei fatti accaduti non è stata impresa facile ed il racconto rimane nella sua pochezza, anche se scene figurative che intervengono alzano con coraggio ed effetto il risultato. Trasmettere un pensiero filosofico di così potente portata in una storia e nel cinema era impresa disperata, e forse una più attenta sceneggiatura, firmata da Arcalli la stessa Cavani e Italo Moscati, avrebbe portato a risultati meno diseguali e poco concludenti. La messa in scena è discreta, come anche la scelta del cast con tre attori disponibili e significanti, la fotografia guidata da Nannuzzi è a tratti eccezionale sia negli interni che negli esterni. La figura impersonata dal ballerino e coreografo Amedeo Amodio è scioccante, e se il contesto era meno diseguale e più centrato si sarebbe sfiorato il capolavoro.
una storia complessa di personaggi importanti
una scelta non facile, ma coraggiosa
bellissima ed intelligente, come il personaggio
perfetto come sempre
coragfgioso e senza complessi, un attore che si meritava molto di più
buona recitazione,anche se poi ha detto mille volte che lei era più giovane del ruolo proposto, come anche in altre occasioni
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta