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Al di là del bene e del male

Regia di Liliana Cavani vedi scheda film

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La recensione su Al di là del bene e del male

di mm40
4 stelle

La Cavani viveva un buon momento di successo in seguito all'accoglienza positiva ricevuta dal precedente Il portiere di notte (1974); se questo Al di là del bene e del male fu però un parziale fiasco, non c'è granchè da meravigliarsi. Perchè innanzitutto non sembra voler dire molto di più - anzi, casomai le stesse cose, ma in maniera meno incisiva - del lavoro che lo ha preceduto, e poi per l'indolenza del suo ritmo, davvero difficile a digerirsi, esasperata ben oltre i limiti della pazienza media dello spettatore nel tentativo di conferire pathos struggente ad una storia dal protagonista eccellente in quanto ad angoscia e senso di disagio esistenziale. E' infatti attorno al maturo Nietszche che si sviluppa la storia (essenzialmente plausibile, quando non esattamente vera) di questo film, che prende appunto titolo da una delle sue opere più celebri, nella quale la filosofia classica viene sconfessata esattamente come in questa pellicola viene ad essere negato e rivalutato l'amore tradizionalmente inteso. Ma c'è, ovviamente, molto di più: c'è un triangolo in cui prevalgono quantitativamente le figure maschili, ma la cui stabilità è retta - il che è assolutamente logico - da quella femminile; un groviglio umano che si accosta facilmente a quello formato da amore, sesso e ragione: se quest'ultima è deputata a prevalere su tutto, in realtà si scoprirà ben presto quanto il suo ruolo sia ridotto in tale contesto. La Cavani, come aveva già dimostrato e in futuro ancora dimostrerà (già nei successivi Oltre la porta e La pelle), abbraccia apertamente il gusto estetico sopraffino di Visconti, curando costumi, scene e in particolare gli interni con grande impegno; ma non solo, perchè mutua dal regista milanese anche l'interesse per le storie di impotenti e sconfitti, di uomini e donne che con rassegnazione si incamminano senza lamentarsi verso la propria dannazione, a testa bassa. Se una pecca essenzialmente c'è in questo film, è proprio quella di un'atmosfera fredda e distaccata percepibile sia fra la macchina da presa e i personaggi che fra essi ed i sentimenti che li coinvolgono; oltrettutto di tanto in tanto la regista si abbandona a nudi o scene vagamente scabrose, non sempre fondamentali per la narrazione, quasi volendo cogliere con uno sguardo compiaciuto le debolezze dei personaggi. Nel cast Dominique Sanda, Erland Josephson, Robert Powell, Virna Lisi, Philippe Leroy, Umberto Orsini; sceneggiatura della regista con il montatore Franco Arcalli ed Italo Moscati, già co-autore de Il portiere di notte e altri lavori della Cavani. Musiche classicheggianti fra Mozart e Mahler. 5/10.

Sulla trama

Triangolo amoroso fra una donna e due uomini, uno dei quali è il filosofo Nietzsche. Lei li vuole entrambi, contemporaneamente, e loro decidono di stare al gioco; ma sarà un gioco ad eliminazione che non vedrà nessun vincitore...

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