Regia di Liliana Cavani vedi scheda film
Nella Germania di fine Ottocento si instaura un ménage a trois tra Nietzsche (Erland Josephson), l'ebrea Lou (Dominique Sanda) e l'amico Paul (Robert Powell), anch'egli filosofo, ma tutto sarà ostacolato dagli eventi e dal morboso attaccamento a Friedrich della sorella (Virna Lisi).
C'erano tutti i crismi per far si che 'Al di là del bene e del male' fosse un successo: un cast lussuoso, una storia intrigante, le preziose collaborazioni di Armando Nannuzzi come direttore della fotografia, del team Cattaneo-Mongiardino-Desideri per scenografia e arredamento (comunque entrambi di vaglia) e del montatore prediletto da Bernardo Bertolucci Franco Arcalli, che qui è in veste anche di co-sceneggiatore, ma il tutto ha dato vita a uno dei film più controversi di Liliana Cavani.
Il motivo principale del malriuscito lavoro si riscontra nella definizione dei tre personaggi principali, dove vediamo un Friedrich Niettzsche tratteggiato come una macchietta sempre assetata di sesso intenta a proferire frasi e concetti poco 'filosofici', Lou unicamente come una mangiatrice di uomini e Paul come un uomo soverchiato dalle personalità degli altri due.
Alla Cavani manca inoltre quel tocco decadente alla Luchino Visconti per poter tratteggiare la crisi di una classe sociale e il tramonto di un preciso momento storico che colpì tutta l'Europa nell'ultima parte del diciannovesimo secolo, scosso dai fermenti antisemiti e, nonostante la presenza di Arcalli in sede di montaggio, il film soffre dei consueti cali di ritmo che anche nelle opere migliori della regista affiorano.
Resta la buona confezione e la prova di una più che convincente Virna Lisi, purtroppo un po' sacrificata in quanto a minutaggio.
'Al di là del bene e del male' è una grande occasione mancata!
Voto: 4,5.
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