Regia di Tenghiz Abuladze vedi scheda film
La prima scena del film rappresenta un cavallo che muore piangendo. Muore sotto gli occhi di un bambino che - scopriremo più tardi - si chiama Gheorghij Leonidze, come lo scrittore dai cui racconti è tratta la vicenda di L'albero dei desideri. Su questa scena, come sopra tutte le altre che si sussegono nel film, volteggia, ieratico e silenzioso, un falco, quasi divinità pascoliana («E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!»). Nel villaggio in cui si srotola la trama del film, abbondano gli scemi, i quali sono tanto più vicini alla verità dei saggi, del pope, dei custodi di una tradizione miope e crudele, che non può che riflettersi nel dolore muto di una vecchia (la nonna di Marita), che ha appena assistito ad una tragedia tanto grande da mozzare la parola in gola. Abuladze, georgiano come Ioseliani (che un paio d'anni prima aveva realizzato lo splendido Pastorale), sembra ispirarsi al russo Tarkovskij ed all'ucraino Dovženko della Terra: pur con una maggiore dose di pessimismo, propone la stessa visione panteista del mondo. Ma oltre alla terra, all'aria, all'acqua ed al fuoco, condiziona le vite umane anche il peso della tradizione, in senso positivo (come dimostra il vecchio anarchico che invita i ragazzi a rispettare gli antenati che costruirono le chiese) o negativo (i matrimoni combinati, le punizioni rituali). Ed è questo peso che sarà spazzato via - a che prezzo! - dalla Rivoluzione d'Ottobre, come prevede l'anziano Zizikore, quando il pazzo Ioram gli preconizza l'arrivo della tempesta che si porterà via gli zar. Questo capolavoro di lirismo poetico è pieno di personaggi e figure memorabili, come l'anziana fattucchiera Fufala, che ricorda certi personaggi chapliniani (e che tornerà, sotto mentite spoglie, nel finale di Pentimento) e come il vedovo Elioz, che muore assiderato sul ramo di un albero, nella sua allucinata ricerca dell'albero dei desideri.
Un villaggio della Georgia, poco prima della Rivoluzione d'Ottobre. Nel villaggio arriva, con il padre, la giovane e bellissima Marita, che s'innamora, ricambiata, di Ghedia, un giovanotto di famiglia povera. La ragazza, secondo le tradizioni, viene invece data in moglie a Shete, un altro giovane, rampollo di una famiglia di pastori benestanti.
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